Non lasciarmi qui, Pensiero

Ci tengo al Pensiero.

Non quello continuo, tic tac, che arriva dalle tempie, che ti segue come una mamma ansiosa nel subliminale, che dice che fare dalla mattina appena sveglio e spesso contro la tua stessa volontà, alzati, lavati, esci, soldi, chiavi, lavora, stasera che mangi, mortacci la multa, ricordati quello che rimandi, guardati, curati e buona notte.

Quello per capirci, che si cura con ansiolitico blando, gocce di En e fiori di Bach.

Nemmeno quello ossessivo che ti fa venire voglia di un interruttore dietro l’orecchio, che da lì dietro arriva, insidioso, maligno, che per quanto provi a sfuggire ti si arimpone come l’ajetto del pesto, per scoprirti sempre nudo, troppo poco simile a quanto avresti voluto, troppo invece come non vorresti, quanto stai indietro rispetto a tanti altri, come sei diventato vergognati, che ci sei venuto a fare qui e quanto poco ti manca per essere dismesso. Che alla lunga diventa oddio qui è troppo stretto, troppo ampio, non respiro, non cammino, ecco muoio, ciao.

Quello che, sempre a capirsi, si cura con roba più potente, dallo Xanax in su.

 

No. Parlo dell’unico pensiero che giustifica gli altri e te li rende sopportabili, come farsi in una botta sola Sereupin, Xanax, En e tutto il giardino di Bach.

Che arriva da dietro ma dentro, dalla cervicale e ti si porta pure via il dolore, ti irradia di spilli fino alle dita, ti tiene vigile come un municipale appena assunto e perfino soddisfatto come quando tiri lo sciacquone che ti è andata bene. Che ti ripaga della fatica che sempre ci vuole ma ti fa sentire ricco e spietato come il Conte di Montecristo, forte e sensibile come un freeclimber arrampicato sulla Maiella.

Il Pensiero che ti mette il dubbio, ma non il dubbio da Xanax, un dubbio positivo, sicuro di sé come un Achille con la cavigliera, che ti filtra quanto ti arriva, storie, fatti, esperienze, notizie, ci pensa, ci ripensa e ci ride pure prima di abbandonarsi alle verità scontate che tutti vorrebbero tu pensassi, per tenere spento il Pensiero con la maiuscola e somigliarsi, credo, tutti contro tutti.

Parlo del Pensiero che cresce, s’avviluppa attorno a una cellula di intuizione e si gonfia, s’alimenta, salta gli ostacoli che gli altri pensieri provano a buttargli contro, uno a uno come in un videogioco, ritrova quella cosa che avevi visto-sentito e immagazzinato dentro una cartella della memoria che vattela a ricordare, ce ne aggiunge altre copiate dal  pensiero di un altro più bravo che c’è di male?, e si convince che funziona, si, dai, che si può fare.

E poi parte il loop, ora si fa, e comincia, e non smettere di crederci, via i bastoni fra le ruote, ci stessero almeno le ruote ma no va bene lo stesso, viene un po’ peggio di come l’avevo immaginato, e pazienza, vai avanti, ce la fai, ce la fai… è fatta. Ed esplode finalmente la soddisfazione per una cavolo di cosa fatta, un orgasmo di serotonina a gratis che ci stai a posto per una settimana.

Perché il Pensiero con la P maiuscola non si cura, non ne ha bisogno. Mette  d’accordo omeopati e allopatici, psicologi e guru alternativi, buddisti e fondamentalisti, è la cura di tutto. Pure della gastrite nervosa, del colon irritabile, del mal di fegato, del colesterolo e della glicemia, che ti fa pure scordare di mangiare.

Il Pensiero è tutto, il perché e il never ending, unico ognuno e tutti nel Pensierone Globale fatto di diversi. E’ pure gratis, basta solo nutrirlo, vedere, sentire, immagazzinare, registrare. Svegliarsi dalla pappa pronta zeppa di Ilike e dare i croccantini alla curiosità, sempre, pure al cesso, che non si spenga mai.

E poi, lo sappiamo tutti, il resto è tutto in discesa.

 

Antonio Pizzola

 

1 Commento su "Non lasciarmi qui, Pensiero"

  1. susanna schimperna | 12 Giugno 2017 at 16:58 | Rispondi

    ecco, se ci tenessero tutti, a questo tipo di pensiero, e se si cominciasse a vociferare di quanto sia eccitante, sorprendente, con effetto lisergico ma nessun danno collaterale, il novanta per cento dei problemi si risolverebbero, a livello individuale e pure di collettività. magari se ne creerebbero altri. ma sicuramente meno squallidi.

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