Pratola come il far west: rissa con sedie e tavoli a fine festa

L’ordinanza parlava chiaro niente più musica dopo l’una di notte e stop all’alcol dopo le 3, ma evidentemente a qualcuno la cosa non è andata bene perchè ieri notte a Pratola Peligna, in pieno corso, sul finire della serata si è accesa una rissa proprio a causa del divieto alcolico. In tre, un paio di ragazzi di Sulmona, parte del solito gruppo di picchiatori, ed un terzo probabilmente di origine pugliese, hanno chiesto da bere al Tito Bar, in pieno centro, che aveva già la saracinesca semi abbassata. Quindi sono stati accompagnati alla porta e vedendosi rifiutare la richiesta hanno iniziato ad inveire contro il personale ancora all’interno, a prendere a calci e pugni la serranda, sbattendo contro di essa tavoli e sedie. I ragazzi hanno anche preso il registratore di cassa del locale (che però era privo del cassetto dei soldi) abbandonandolo subito dopo all’esterno del locale. Da lì si è accesa una furiosa lite  che ha coinvolto diverse persone nelle vicinanze a partire dal giovane della security  intervenuto per sedare la lite e che, invece, è stato malmenato violentemente riportando una ferita e due punti di sutura ed un altro ragazzo di origine venezuelana arrivato da Tortoreto per incontrare un po’ di amici in occasione della festa della Madonna della Libera. Una situazione di caos e degrado durata un bel po’ di minuti e che ha spaventato i tanti giovani che animavano ancora il corso i quali hanno cercato riparo infilandosi nei vari vicoletti laterali. Tra calci, pugni, sedie e tavoli rotti (anche quelli del bar accanto), pezzi ritrovati questa mattina anche a distanza di metri, le forze dell’ordine sono arrivate a conclusione della rissa (“dopo quasi un’ora” dicono i presenti) così come l’ambulanza che ha accompagnato i due feriti presso l’ospedale di Sulmona. Anche il padre del proprietario del locale ha accusato un malore probabilmente dovuto allo spavento. Sul caso indagano i carabinieri che hanno già identificato due degli autori della rissa e sono in procinto di individuare il terzo per i quali si configura il reato di minaccia e danneggiamenti, senza escludere quello di tentata rapina.

“Così diventa difficile lavorare – racconta il gestore del bar – io ho solo rispettato l’ordinanza che vieta dopo le 3 di notte la somministrazione di alcolici”.

5 Commenti su "Pratola come il far west: rissa con sedie e tavoli a fine festa"

  1. Le feste religiose cristiane sostituirono poco alla volta quelle pagane,per evitare che la popolazione abituata ad un certo modo di festeggiare,cominciasse ad avere dei dubbi sui nuovi arrivati. La tradizione è giunta sino a noi ed insieme alle celebrazioni religiose,vero motivo della festa, si affiancano manifestazione di stampo pagano,dette civili,che di civile non hanno nulla.. E così a Pratola, come in altri luoghi che festeggiano il santo patrono, alle cerimonie religiose in onore della Madonna, si affiancano manifestazioni tipiche della fiesta messicana. Un vero e proprio baccanale come si faceva con la festa a Bacco dei romani. La sera del sabato 12 maggio,le strade del centro di Pratola erano prese d’assalto da una moltitudine di giovani,tanto che era difficile farsi strada per transitare da un luogo all’altro, i bar ed i rivenduglioli vari erano presi d’assalto.Gente che divorava porchetta,beveva birra ad ettolitri, ai lati dei bar, diffusori di musica a tutto volume…insomma una bolgia dantesca,dalla quale si capiva che della Madonna a nessuno fregava una mxnchxa e si pensava solo a riempirsi la pancia in liquidi e solidi. La cosa ha tenuto in ordine e confusione sino a quando ,per ordinanza comunale,alle h.01,30 i bar hanno abbassato le saracinesche,per fine della ricreazione. Alcuni giovanotti di Sulmona,pare con una fedina penale chilometrica e sempre a piede libero per incuria di legge,hanno inscenato una protesta a suon di legnate,sedie lanciate contro la serranda del bar Tito etc. A questo punto per offese percepite ,alcuni giovanotti di parte avversa li hanno affrontati e ne è nata una rissa come nei film di “Lo chiamavano Trinità”. Ci saranno sviluppi dalle indagini? Saranno individuati i colpevoli? Ed una volta individuati sconteranno la pena o torneranno a piede libero,con un buffetto ed una pacca sulla spalla? Da parte mia mi domando cosa faranno tutti quei giovani nella vita,sarà per loro sempre festa e fiera, finché ci sarà mammà e papà a pagare il conto? A questo punto c’è da chiedersi se ne vale ancora la pena fare simili performance festive. Ciò che si è visto ed è successo,non ha nulla a che vedere con la Madre Celeste che si celebra ,ma è una presa in giro nei Suoi confronti.

  2. L’alcool è una brutta bestia si sente più forti e puoi…si combina Casini…dobbiamo imparare a essere più socievole in ogni caso….ragazzi…..cazzo…

  3. Una volta col cavolo potevi fare certe cose. Se entravi verticale e facevi lo svelto, ne uscivi orizzontale con il fazzoletto al naso. ah ah ah ah ah quanti ricordi negli 70/80

  4. CAMBIANO I TEMPI. A VOI DI UNA CERTA ETA’GIUDICARE SE IN MEGLIO O IN PEGGIO. QUALCUNO LO CHIAMA PROGRESSO ED IL PARTITO DI RIFERIMENTO PROGRESSISTI.
    C’era una volta la festa della Madonna della Libera, a Pratola Peligna. Poche le macchine ,molti pellegrini venivano con il treno. Alla stazione era un via vai di gente che affollava il viale che portava verso il santuario. Lungo la strada bibite e gassose immerse in tini pieni di acqua fresca, attinta dalla fontanella e frasche ad indicare punti di ristoro. In chiesa la funzione religiosa, ascoltata con sommo silenzio.Molti invocavano il miracolo e pare che qualcuno ce ne sia stato. Lungo le strade l’immancabile pappagallo che pescava la “pianeta”, banchi che vendevano la porchetta,quelle di una volta cotte al forno e se era una bella giornata di sole, dopo avere “ringraziato la Madonna”,comitive composte per lo più da famiglie si riversavano nei prati alla periferia del paese a consumare il pasto in tutta tranquillità. Certo non mancavano persone ubriache ,soprattutto alla sera,quando la maggior parte dei pellegrini era ripartita ,sempre in treno. Quelli erano tenuti a bada dai carabinieri e se molesti venivano portati in cella di sicurezza,che nelle caserme non mancava. In piazza suonava la banda e si sfidavano a duello virtuosi del flicorno,che ancora i più anziani ricordano. Alla periferia del paese le solite giostre. Insomma, una festa tranquilla ,intrisa di una religiosità vera e genuina,quella della gente semplice e dignitosamente povera, che per la festa, coglieva l’occasione per rifarsi l’abito nuovo che poi indossava per l’occasione. Ed ora come è la festa della Madonna della Libera? Per me è solo una religiosità di facciata ed una “MOVIDA” a tutto campo. Una occasione per fare baldoria e magari a cercare il pretesto per trovare la lite. Le celle di sicurezza nelle caserme non ci sono più ,nel nome di una sfrenata libertà con il massimo del garantismo.La pena è stata abolita e la forza pubblica non è più temuta,anzi se tocca uno di questi scalmanati, viene accusata di “tortura”. Tempi moderni, signori, e progresso dei progressisti, con tutta la misericordia e l’amore, chiesta e predicata ad libitum.

  5. bene,tutto vero passato e presente,purtoppo la Gente di allora aveva dei riferimenti nel vivere con dignita’la quoatidianita’ dei problemi, sempre e solo nel credo, di cui principi e
    ideologie, nel rigore morale,a volte esagerato,ipocrisia e bigottismo della fede applicata,
    incluso il pensiero politico….poi la milano da bere,tutti colpevoli,tutti innocenti,non piu’ pene certe ma depenalizzazione ,perdono a prescindere,bastano un paio di mea culpa(non meriti) per accedere ai “percorsi alternativi”,corruzione ovunque,giudici compresi,in pratica ognuno e’ libero di farsi una propria legge e un proprio diritto,dunque festa tutto l’anno…la Questione morale,la Legalita’ diffusa,la soluzione,come accade nelle Democrazie evolute….
    o no?

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