Raiano, terme in ammollo

È arrivata ieri, nel giorno dedicato al Santo Patrono Venanzio, la notizia dell’acquisizione all’asta delle terme di Raiano da parte della Impredi srl. Un’acquisizione per la quale la società con sede a Roma si è impegnata a pagare 700 mila euro, questo il prezzo d’asta di cui il 10% è stato già versato e altri 70 mila euro dovranno essere versati entro il prossimo 9 giugno, prima di procedere al saldo per l’acquisto del complesso termale chiuso da oltre dieci anni. Da quando, a distanza di un anno dall’ultima inaugurazione del giugno 2013, la struttura fu posta sotto sequestro dalla magistratura a seguito della vicenda giudiziaria che investì l’allora proprietario Gianfranco Melillo, detto Batman, accusato di truffa ai danni dello Stato per aver ottenuto 400 mila euro di fondi regionali senza rispettare condizioni e requisiti previsti dal bando.

Una triste vicenda che tra assunzioni fantasma e finti proclami di rilancio turistico ha lasciato il segno non solo nella comunità raianese quanto nell’intero comprensorio che nel complesso termale Smeraldo aveva visto il volano per uno sviluppo economico del territorio.

Speranza oggi riaccesa dalla notizia della nuova proprietà, la Impredil srl soggetto giuridicamente distinto anche se collegato a Benigno D’Orazio attuale amministratore della Terme Inn Popoli srl, società che gestisce le terme del comune che dell’acqua curativa ha fatto la sua bandiera.

Come nel 1993 aveva pensato di fare anche Raiano realizzando il complesso termale in una zona allora decantata per la presenza di acque sulfuree, bicarbonate e solfato calciche. Acque che torneranno ad alimentare gli impianti termali, afferma il sindaco di Raiano Marco Moca soddisfatto di questa nuova acquisizione operata da “una società affidabile e competente”. Con cui però Moca non ha ancora avuto modo di discutere il progetto per il quale comunque non esita ad azzardare la previsione di “una riapertura entro la fine dell’anno, magari solo di una parte della struttura”. In attesa di ripristinare la funzionalità degli impianti termali per cui servirebbero, sempre secondo Moca, almeno 500mila euro di investimenti. “Perché – come spiega Benigno D’Orazio della Terme Inn Popoli srl – un discorso è parlare dell’albergo che è in buone condizioni e potrebbe essere riattivato in tempi brevi, un altro è parlare degli impianti termali per i quali bisognerà rispettare i tempi della burocrazia che tra controlli delle acque e accreditamenti potrebbero dilungarsi”. Previsioni che però non allontanano la prospettiva di concretizzare un progetto più ampio che punta a trasformare la regione Abruzzo in regione del benessere con Raiano, Popoli Terme e Caramanico a guidare il rilancio delle aree interne, spiega Marco Moca promettendo l’impegno della sua amministrazione nel sostenere ed affiancare una società che ha deciso di investire nel nostro territorio.

Con finalità e tempistiche non ancora del tutto chiare e su cui qualcuno avanza dubbi, soprattutto di natura politica “accusando” gli amministratori di non aver previsto un vincolo urbanistico che obblighi la proprietà del complesso termale a rispettarne la finalità. Come dire che chi la compra è poi libero di farne quello che vuole, anche una semplice attività ricettiva destinata ad ospitare gli utenti di altre terme. Per esempio quelli di Popoli terme dove la società è in procinto di rinnovare completamente struttura e aspetto di un complesso che ad oggi non riesce a soddisfare la richiesta proveniente dal territorio. E che un domani potrebbe dover contare sull’appoggio del vicino Comune di Raiano.

“L’importante è puntare su uno sviluppo integrato del territorio – conclude D’Orazio” che guarda ad altre realtà come Rimini e Riccione o Abano e Montegrotto comuni distanti tra loro quanto Raiano e Popoli Terme ma pur sempre collegate perché capaci di fare squadra a beneficio del territorio. Un esempio che Terme Inn Popoli e Impredil sognano di realizzare in Valle Peligna.

2 Commenti su "Raiano, terme in ammollo"

  1. Speriamo non smuovino la terra sottostante e lascino più o meno tutto cosi. Almeno adesso che dal punto di vista delle malattie tumorali sembriamo esserci assestati nella media nazionale, lo dico perché durante la costruzione della mega struttura, la percentuale dei malati oncologici a Raiano e dintorni era molto piu alta della media nazionale e superiore anche alla zona di Taranto in prossimità dell’ ILVA.

  2. Ma l’acqua termale da dove verrebbe esattamente?

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