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Nardella aggiunge “Ogni persona che ha commesso un reato, che riusciamo a reindirizzare verso la via della legalità, è un delinquente in meno in circolazione e quindi la nostra società è più sicura e su questo non si può che essere d’accordo ma utilizzare forme che stridono con lo status di detenuto ci sembra quanto meno opinabile”.
Insomma quello che chiedono dal sindacato è impegnare i detenuti nel sociale in ambienti “più consoni al loro bisogno di recupero morale” come ad esempio ad opere di volontariato in strutture sanitare; in residenze per anziani oppure in ambiti ove la sofferenza umana possa concorrere alla loro revisione introspettiva. Perchè “operare in luoghi ove si ha a che fare con atti coperti da segreto d’ufficio – incalza Nardella- ed ai quali finanche un giornalista non ha facile accesso ci sembra quasi un assurdo” per questo il sindacalista chiede che a ricoprire determinati ruoli siano persone fidate magari “impegnare figli di vittime del dovere troppo spesso dimenticati ma che invece andrebbero prioritariamente considerati”.
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