Ricostriuzione, l’amministrazione gioca a nascondino. L’ira degli architetti

Gioca a nascondino l’amministrazione comunale di Sulmona, senza sapere probabilmente dov’è la tana. Con i sulmonesi che si aspettano di essere “liberati” da chissà quale manna dal cielo dell’Emiciclo.
A distanza di un mese dal roboante annuncio dell’arrivo di funzionari e dirigenti dalla Regione e soprattutto dai “giuro e spergiuro” fatto agli ordini professionali, con le ruspe già calde per marciare sul Palazzo, di attivare uomini e mezzi negli uffici dei lavori pubblici e della ricostruzione in particolare; non solo non si è visto neanche un usciere dall’Aquila, ma la stessa giunta si è dileguata tra scuse e diserzioni dell’ultimo minuto. Neanche il coraggio di affrontare gli ordini professionali che per tre volte, tre, sono stati convocati senza trovare nessuno ad aspettarli.
Il 19 prima, il 20 poi, e ieri ancora, quando la disdetta dell’incontro convocato alle 15:00 è arrivata alle 14:22 sulle mail degli architetti.
Il presidente dell’Ordine Edoardo Compagnone si dice “stupito”, “grandemente stupito”: perché insomma una cosa così non la fa neanche chi deve pagare, e non può, la libretta al pizzicagnolo.

“E’ bene ricordare- scrive Compagnone- che questo Ordine professionale, in seguito alla volontà di voler risolvere le innumerevoli criticità presenti nel Comune di Sulmona, nella riunione congiunta svolta il 25 maggio, con gli altri Ordini e le associazioni di categoria (nella quale venivano presi precisi e celeri impegni volti alla risoluzione delle problematiche affrontate in merito all’Ufficio sisma, Lavori Pubblici, Suap e sui tempi di pagamento delle fatture commerciali delle prestazioni svolte dai propri iscritti), chiedeva un incontro con il sindaco Annamaria Casini per conoscere lo stato delle azioni intraprese dall’amministrazione comunale.

Tale situazione -prosegue-, desta particolare preoccupazione sulla reale volontà alla risoluzione dei problemi affrontati e discussi ampiamente nella suddetta riunione con il sindaco e il suo gruppo di lavoro”.

Insomma i professionisti hanno contato fino a trenta (giorni) e si aspettavano di trovare tutti al loro posto. Macché:  “Prendiamo atto – spiega ancora il presidente dell’Ordine degli architetti – che delle unità lavorative promesse da affiancare a quelle esistenti (n. 1 geometra cat. C):  n. 1 LSU, n. 2 tecnici amministrativi cat. D, incremento del 40% di una unità già in organico nell’Ente, n. 1 categoria protetta, n. 2 tecnici istruttori della manifestazione di interesse; ad oggi si riscontra esclusivamente la presenza della sola unità LSU ed inoltre per quanto e di  nostra conoscenza, a breve l’unico tecnico presente (n. 1 geometra cat. C) sarà spostato alla manutenzione”. Cioè l’ingegnere Quirino Cianfaglione, l’unico rimasto a presidiare l’ufficio sisma, dovrebbe essere spostato ad altri uffici.

In tutto questo: “Sono ancora 500 i progetti della ricostruzione ancora da istruire e 70 quelli sulla riduzione del rischio sismico – ripendono gli architetti – giacenti da circa un anno all’interno di Palazzo San Francesco. Progetti che qualora approvati, potrebbero dare un po’ di respiro alla nostra categoria professionale ed a tutto l’indotto e pertanto attenuare il disagio sociale dovuto alla crisi economica particolarmente forte in questa area”.

 

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