Rivolta contro la salamandra. L’ipocrisia di chi non sa che pesci prendere

Nei giorni scorsi, Maurizio Bucci, il sindaco di Gamberale, Comune del chietino il cui territorio ricade nel Parco Nazionale della Majella, ha tuonato contro 16 mila euro che la Provincia avrebbe speso salvaguardare la preziosa Salamandra pezzata. In questi giorni infatti, sono ripresi i i lavori alla strada provinciale 164, detta anche strada del bosco, diversi chilometri di curve all’interno di una meravigliosa faggeta che collega la stazione di Palena e il comprensorio degli altopiani maggiori, ai comuni di Gamberale e Pizzoferrato. Proprio in questo tratto la Provincia ha previsto interventi a favore dei preziosi anfibio dal caratteristico colore giallo-nero, ovvero l’installazione di alcuni cartelli stradali in cui si chiede agli automobilisti di rallentare “Attenzione, attraversamento salamandre. Non schiacciatele” e la realizzazione di quattro mini gallerie sotto il manto stradale che consentirebbero alle salamandre di andare da una parte all’altra della strada senza essere schiacciati dalle auto in transito.

Deve essere sembrato davvero troppo al sindaco Bucci che ha dichiarato: “Va prima garantita la sicurezza stradale dei cittadini, poi viene tutto il resto”, sottolineando come non ci siano i soldi per sistemare le buche. Certo però è pure vero che una cosa non esclude l’altra, nel senso che la sicurezza stradale è importante tanto quanto salvaguardare le specie animali presenti sul territorio, anche perché quelle sono una delle vere ricchezze che i Comuni delle Aree Interne hanno.

Sulla questione intervengono anche le due associazioni ambientaliste Stazione Ornitologia Abruzzese e Salviamo l’Orso ONLUS che evidenziano come il sindaco Bucci, non si è fatto problemi quando ha dovuto spendere  circa 700 mila euro di fondi pubblici per un impianto di risalita, oppure che ha rinunciato ad utilizzare qualche centinaia di milioni di euro dei fondi PORFESR regionali destinati alla realizzazione di opere di connessione ecologica, come gli attraversamenti stradali per la fauna.

“Sempre al sindaco – scrivono ancora le due associazioni – sfugge il fatto che i sottopassaggi, i ‘cavalcavia verdi’ o le recinzioni che evitino gli incidenti stradali a danno sia degli animali che degli automobilisti vengano realizzati in tutto il mondo anche all’esterno dei parchi come una prassi corretta di gestione delle strade; basta recarsi in Germania, Austria e Regno Unito per osservare i sottopassaggi per anfibi come il Rospo specie peraltro molto più comune della Salamandra”.

Insomma la vicenda della Salamandra sembra il casus belli per riaprire l’eterna lotta fra amministratori e Aree protette ed ogni occasione pare essere quella buona, anche quando si tratta di opere di buon senso per la salvaguardia della fauna locale. La verità sta forse nel fatto che la cultura politica di alcuni amministratori che vivono in aree remote, immerse nella natura tout court come nel caso di Gamberale, è fondata sul mito dello sviluppo impattante che ha caratterizzato le aree di montagna dagli anni Settanta in poi.

Il mondo però sta andando in un’altra direzione e molto spesso un turista è in cerca di originalità, in un mondo che vuole replicare all’infinito modelli economicamente vincenti come quello del “Trentino”. Bisogna che gli amministratori capiscano che c’è un turismo lento e di qualità, che prende sempre più piede per cui una salamandra è ben più preziosa di un impianto sciistico o di uno scintillante albergo a cinque stelle.

Savino Monterisi

1 Commento su "Rivolta contro la salamandra. L’ipocrisia di chi non sa che pesci prendere"

  1. nei 16000 euro verrà fatto alle salamandre anche un corso di formazione per fargli utilizzare queste gallerie?

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