Saca, dalla linea unica alla separazione netta. Parlano i sindaci di centrosinistra

I sindaci di area centrosinistra (Alfedena, Corfinio, Scanno e Scontrone), travolti dalla vicenda Saca e dalla conferma per la presidenza di Luigi Di Loreto, dicono la loro partendo dal racconto del lavoro avvenuto durante le scorse settimane, da una riunione a Pacentro nella quale si era intrapresa la strada del dialogo con tutte le parti per arrivare all’appuntamento Saca con una “soluzione auspicabilmente condivisa e unitaria”.

Le cose poi non sono esattamente andate come era stato deciso, tutt’altro: “Purtroppo, da allora, le dinamiche che si sono innescate hanno preso una direzione diversa, fino ad arrivare al presunto recente ‘accordo centrosinistra-centrodestra’ che avrebbe dovuto avere i numeri per una maggioranza destinata a battere la ‘controparte’ – scrivono Massimo Scura, Massimo Colangelo, Giovanni Mastrogiovanni e Ileana Schipani -. È allora il caso di precisare che ci sono evidentemente soggetti che, in maniera poco corretta e in autonomia, hanno ritenuto di assumere decisioni a nome di tutte le amministrazioni di centrosinistra. I sindaci delle amministrazioni scriventi non solo non hanno mai contribuito a costruire e a sottoscrivere tale accordo ma hanno continuato a dichiarare nel corso di incontri e confronti in questi giorni, anche nel corso della stessa assemblea, la volontà di perseguire fino alla fine una linea di unitarietà che nulla avrebbe dovuto avere a che fare con equilibri politici di potere o, peggio, con scontri sul piano personale da declinare in chiave politica”.

Un durissimo attacco, insomma, dai quattro sindaci di centrosinistra che puntualizzano come le diatribe non giovano a nessuno. Per loro serviva “Una scelta che necessitava di buon senso e di responsabilità da parte di tutti, senza abbandonare il campo, per garantire a un soggetto che deve gestire un importante servizio pubblico una governance equilibrata e condivisa, con la giusta rappresentanza territoriale e con profili professionali di riconosciuta esperienza e competenza”.

L’approvazione del bilancio 2018, avvenuto poco prima, dava prova del “buon lavoro” svolto nel triennio da Di Loreto. La discussione in assemblea si è inasprita e parte dei sindaci ha abbandonato l’aula facendo venire meno, di conseguenza, il proprio voto di rappresentanza.
“Tra questi i quattro sindaci sottoscritti che credono in un centro sinistra che deve entrare in modo concreto e non ideologico nel merito delle scelte da compiere – aggiungono -; che ritiene un confronto aperto e sereno uno strumento ancora utile e sicuramente più valido di un approccio escludente; che non vuole riconoscersi in un modo di fare politica che è contro le persone ma preferisce adoperarsi per realizzare progetti realmente utili allo sviluppo dei territori che si è chiamati responsabilmente ad amministrare”.

La questione partecipate, insomma, sta accendendo diverse luci su un territorio la cui forza dovrebbe aversi dall’unione ma che nelle scelte dei propri rappresentanti vive e soffre la più profonda debolezza.

S. P.

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