Sequestro in Ecuador: assalto alla diligenza. E c’è chi ipotizza una messa in scena

Nel ristorante “Il sabore mio” di Guayaquill, in Ecuador, è ora iniziato l’assalto alla diligenza: il personale senza paga da due mesi, nonostante lo sforzo di tenere aperto il locale, sta a macchia di leopardo voltando le spalle a Benny, al secolo Panfilo Colonico, imprenditore sulmonese quarantanovenne sequestrato venerdì scorso sotto gli occhi delle telecamere del suo ristorante.

Ieri un addetto alla sicurezza è stato così sorpreso a sottrarre un televisore e diverse bottiglie di alcol dal locale: un modo per risarcire lo stipendio che non ha preso e che rischia di far saltare anche le flebili speranze di poter riscattare la liberazione di Colonico.

Non solo: alcuni dipendenti avrebbero deciso di non andare più a lavoro, proprio perché da maggio prendono soldi a spizzichi e bocconi. “Bisogna capirli – spiega uno di loro – devono riportare comunque il pane a casa e qui le prospettive ora non sono rosee”.

Il punto è che il riscatto, di cui non si conosce l’entità, dovrebbe essere pagato dallo stesso imprenditore, ma i dubbi che possegga liquidità e beni sufficienti serpeggia in più di un ambiente vicino al locale. Gli annunci roboanti fatti alla stampa di un milione di dollari da investire sarebbero in realtà solo fumo.

E c’è chi pensa, in realtà, anche alla messa in scena: una simulazione di sequestro, insomma, per sfuggire a debiti e debitori. Diversamente, sostiene qualcuno, “sarebbe già stato trovato morto”.

1 Commento su "Sequestro in Ecuador: assalto alla diligenza. E c’è chi ipotizza una messa in scena"

  1. È come il film | 28 Giugno 2023 at 22:25 | Rispondi

    Mi sa tanto di film di Verdone “Gallo Cedrone” il famoso Feroci…

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