La Regione non si arrende, dice Mauro Febbo, ma, intanto, il Tavolo di monitoraggio sul Decreto Ministeriale 70, più conosciuto come Lorenzin, boccia ancora la riorganizzazione della rete ospedaliera della Regione Abruzzo.
Non passa la classificazione fatta sugli ospedali abruzzesi: perché non esiste nei fatti un Dea di secondo livello, a favore di quattro di primo livello nei capoluoghi di provincia con funzioni di secondo livello, e non passa l’idea di trasformare quello di Sulmona in primo livello.
Il Tavolo ha poi ribadito le criticità sul Punto Nascita di Sulmona per il quale sono state chieste due deroghe sul numero dei parti che hanno ricevuto entrambe parere negativo: “Si segnala che non risulta descritta la rete Stam e Sten – scrive il Tavolo ministeriale – e che il Punto Nascita di Sulmona risulta sub standard”.
L’ospedale Annunziata non ha insomma i requisiti per far nascere i bambini a Sulmona e lo stesso ospedale presenta unità operative in eccesso rispetto a quelle che dovrebbero essere previste. Ovvero deve essere classificato ospedale di base.
Il libro dei sogni della giunta Marsilio, si scontra ancora una volta con la rigidità del Ministero e a nulla è servita la lezione venuta dalla pandemia.
Le criticità più importanti, c’è da dire, sono quelle relative agli ospedali più grossi, dove la guerra tra capoluoghi ha prodotto nei fatti di troppi “generali” o troppi centri di comando se si preferisce. Con specialità che sono duplicate tra L’Aquila e Teramo o tra Pescara e Chieti: nei fatti tutti trasformati dal piano Verì in ospedali di secondo livello, con etichetta da primo.
“Non sono riportate strategie volte alla riconduzione della frammentazione dell’offerta” sottolinea il Tavolo ministeriale, che così restituisce il Piano alla Regione invitandola a fare i compiti a casa.
“Le osservazioni emerse dal Tavolo di monitoraggio non saranno mai recepite da questa maggioranza – tuona Febbo -. Dopo 2 anni di pandemia e dopo 10 anni in cui gli abruzzesi hanno dovuto subire il commissariamento della Sanità, con rinunce e sacrifici, ci si aspettava un approccio ben diverso da parte di Roma. La presenza territoriale deve rispondere a un preciso fabbisogno che ormai è certificato dai fatti. Non è più accettabile la volontà di restare ancorati al Decreto Lorenzin, ormai datato e superato dalle nuove esigenze sanitarie. Abbiamo lavorato con determinazione e convinzione su una rete ospedaliera che rispondesse alle esigenze della nostra regione, senza mai eccedere nelle richieste, ma se i burocrati romani pensano di fare ‘macelleria sanitaria’ sulle nostre spalle riceveranno solo rifiuti da parte nostra. La rete ospedaliera che abbiamo pensato sarà presto oggetto di approvazione da parte del consiglio regionale e quando diventerà Legge sarà notificata al Tavolo di monitoraggio; a quel punto, potrà iniziare un confronto che difficilmente ci vedrà retrocedere dalle nostre posizioni”.
Un braccio di ferro che, però, fa notare Stefania Pezzopane, incide sulla qualità del servizio: senza il Piano approvato non si può procedere ad esempio alle assunzioni a tempo indeterminato e senza assunzioni a tempo indeterminato la possibilità che i medici rispondano ai bandi è scarsa.
“La mancata programmazione, poi, non permette di avviare, sin da adesso, una precisa organizzazione territoriale dell’offerta sanitaria complessiva – scrive la Pezzopane -, oltre a non partire da un’analisi attenta della domanda, sia quantitativa che qualitativa. Ciò quindi sarà un problema grave anche in vista dell’applicazione del DM71, relativo alla riorganizzazione della Sanità Territoriale, per la quale sono previsti oltre 200 milioni di euro da programmare entro pochi mesi”.
è ineludibile la modifica del Decreto Lorenzin…i 5 Stelle sono diventati il partito di maggioranza relativa all’esito delle elezioni politiche perorando in campagna elettorale la modifica di questo decreto, la contrarietà al metanodotto Snam e la modifica della geografia giudiziaria…ora che al Governo c’è la massima partecipazione possibile di forze parlamentari l’Abruzzo si trova ancora ostaggio di un decreto ministeriale inattuabile ed altre amenità di questo tipo: ma non è surreale?
Per questo territorio sempre, solo ed esclusivamente decisioni al ribasso nonostante ci si riempia continuamente la bocca di rafforzamento della medicina territoriale. La politica si comporta nei fatti in modo contrario a quello che sentiamo dichiarare continuamente nei talk show. È incredibile, sembra una persecuzione.
C’è qualcuno a Roma che ce l’ha con noi? Li mortacci sua.
..a Roma? O alla Regione?
… non avete ancora capito?
Peligni… ma quando riuscirete a riaprire del tutto gli occhi, quando vi sveglierete dal sonno profondo in cui sirene ammaliatrici con voci suadenti vi hanno fatto sprofondare… quando la smetterete di correre dietro le ideologie giallorossoverdinerebianche…
Statevene belli zitti zitti, il piano va approvato… dice la voce narrante dell’ AQUILA MÈ… buoni per favore non vi agitate, tanto per Voi, poi ci sono i 200 milioni di briciole da spartirvi tra i centri minori della sanità territoriale… lo volete capire o no una volta per tutte che voi siete solo realtà territoriali periferiche?
Certo che un aiutino viene dal consigliere regionale Mauro Febbo, che si agita e strilla pensando alle penalizzazioni del suo territorio e bacino elettorale… Ortona, Lanciano, Vasto, San Salvo…
I Marsi? Si difenderanno come sempre hanno fatto… e come la storia insegna.
E i PELIGNI? Sempre proni… con il fondoschiena bene in vista.
ASL 1 – Avezzano – L’AQUILA – Sulmona
ASL 2 – CHIETI – Lanciano – Vasto
ASL 3 – PESCARA
ASL 4 – TERAMO
Ognun per se, l’ASL “per tutti”… e ho “scritto” tutto.
Ma se non basta, basta dare una letta qui https://tinyurl.com/2yy45hyy e si capisce come siamo messi con la pura banalità della Sanità in Abruzzo, figuriamoci sugli argomenti seri…. 🤧
Chi difende in modo più o meno pacato il proprio territorio sono ammirevoli, anche perché è loro compito quello di lottare per la realizzazione dei propri interessi. I nostri rappresentanti da anni sono caduti in letargo, si sperava in un risveglio visto il periodo in cui siamo ma non si vede nessun movimento, andiamo sempre più giù… Speriamo almeno che una volta toccato il fondo qualcuno prova ad arrampicarsi per risalire.