Violenta la moglie da cui si sta separando, a giudizio cinquantenne di Pratola

Per il pubblico ministero che aveva chiesto l’archiviazione, la violenza sessuale non era riscontrabile “non essendo emerse tracce di sanguinamento o un quadro lesivo riscontrabile e riscontrato”. Che quell’atto sessuale a cui, nel 2018, era stata costretta dal marito, ormai ex, una donna di Pratola, era stato probabilmente visto come un “normale gioco delle parti”.

Il giudice per le indagini preliminari Marco Billi ha però ieri sciolto la riserva, ribaltando l’impostazione data dalla procura e ordinando alla stessa di formulare un’imputazione coatta nei confronti dell’uomo, un cinquantenne residente a Pratola, per il reato di violenza sessuale.

I fatti risalgono al periodo che va da febbraio ad aprile di tre anni fa, quando la coppia, con due figli, si separa: l’uomo, dopo aver vissuto un periodo a casa di un amico, torna sotto il tetto coniugale, sistemandosi in un locale commerciale sotto l’abitazione. Frequenta così, però, anche gli ambienti comuni di casa, cominciando nei confronti della moglie – con la quale aveva avviato la separazione – una serie di molestie fisiche e verbali: dalle offese, ai palpeggiamenti. Una storia che va avanti per mesi, fin quando ad aprile l’uomo non compie, così sostiene la presunta vittima, una vera e propria violenza sessuale nei confronti della moglie.

Toccandola, mostrandole i genitali, strusciandosi e infine sfilandole il pigiama e dopo averla portata nel locale commerciale dove dormiva, costringendola ad avere un rapporto completo, nonostante l’opposizione fisica e verbale della donna.

La vittima si presenta così dai carabinieri denunciando il marito e chiedendo giustizia, consapevole – evidentemente più della procura – che anche il solo diniego verbale è sufficiente per consumare una violenza.

Il Gip ha così deciso che l’uomo va portato in giudizio, dando mandato alla procura di formulare un capo d’imputazione. Davanti al tribunale si vedrà se il confine tra lecito e illecito sia stato superato.