Zero punti per la figlia, insegnante omosessuale scavalcata in graduatoria

Avrebbe dovuto avviare il procedimento davanti al tribunale, fare richiesta esplicita e poi ingaggiare probabilmente una battaglia legale (che in altri casi ha comunque avuto esito positivo) perché la figlia biologica della propria moglie venisse riconosciuta anche come sua figlia.
Lo stralcio alla legge Cirinnà sullo stepchild (adozione del figliastro) per le coppie omosessuali, ha avuto per Valentina Lucci, insegnante, effetti collaterali anche sul lavoro.
La donna, la prima a Sulmona a unirsi civilmente con la sua compagna, si è vista superare in graduatoria da un suo collega diventato padre e che per questo ha ottenuto un punteggio aggiuntivo perché genitore di un figlio. Status che a lei non è stato riconosciuto, nonostante sia e faccia il genitore a tutti gli effetti. Lucci, che è detentrice di ruolo per il sostegno al liceo Psicopedagogico di Sulmona, sta ora tentando di accedere al ruolo di materia (Scienze) in una graduatoria che si chiuderà il 26 giugno prossimo. Era prima in graduatoria, ma ora il collega che era dietro di lei ha avuto un figlio e grazie a 6 punti in più la supererà nell’assegnazione.


Non è l’unica delle limitazioni per le famiglie arcobaleno: per lo stesso motivo la mamma non mamma non può chiedere aspettative e malattie per accudire la figlia di cinque anni, né ha potuto avvalersi del congedo parentale previsto dal governo durante l’emergenza Covid.
“Avevo evitato di ricorrere al tribunale per farmi riconoscere l’adozione di mia figlia, al cui concepimento in vitro ho assistito sin dall’inizio – spiega Valentina Lucci – l’operazione ha un costo, comunque, ed un iter burocratico abbastanza lungo e complesso. Mi rendo conto, però, che probabilmente è necessario in un Paese che non riconosce automaticamente come figlio il bambino concepito dalla propria moglie nelle coppie omosessuali”.
In realtà la legge Cirinnà prevedeva in principio questo automatismo, ma poi a seguito delle pressioni politiche, il passaggio sullo stepchild venne stralciato. Nella legge, però, “resta fermo quanto previsto e consentito in materia di adozione delle norme vigenti” anche per le coppie omosessuali, passaggio che lascia aperta una finestra sul riconoscimento dei figli da parte di genitori dello stesso sesso. Il riconoscimento però non è automatico e anzi prevede una lunga trafila burocratica davanti al tribunale dei minorenni che effettua un’indagine sull’idoneità affettiva, la capacità educativa, la situazione personale ed economica, la salute e l’ambiente familiare dell’adottante.
Passaggi che in molti altri Paesi d’Europa non sono previsti.

3 Commenti su "Zero punti per la figlia, insegnante omosessuale scavalcata in graduatoria"

  1. Pienamente solidale con te cara Valentina.Ti auguro di vedere finalmente riconosciuti i tuoi diritti.

  2. Patrizia Ponticelli | 25 Maggio 2020 at 21:40 | Rispondi

    Valentina sei una insegnante straordinaria e una mamma super spero vengano riconosciuti i tuoi diritti di madre e insegnante. I tuoi alunni hanno un disperato bisogno di te.

  3. I punti per la figlia ? Affetto disinteressato!

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