A colloquio con Formichetti, l’artista mondiale Mark Kostabi a Pratola

Artista figurativo riconosciuto a livello mondiale, Mark Kostabi è stato oggi in visita presso lo studio del pittore Silvio Formichetti. Sarà passata inosservata a tanti la sua presenza a Pratola Peligna, ma la visita di Kostabi è di quelle che vanno ricordate per la sua caratura e per quello che potrebbe rappresentare per l’artista peligno. Con lui, infatti, il maestro statunitense, un tempo allievo di Andy Warhol e entrato d’impeto nel panorama dell’arte internazionale alla fine degli anni ’80 come esponente del movimento East Village, sta mettendo su un discorso che potrebbe portare il maestro Formichetti nelle migliori gallerie di New York, di quelle in cui vengono raccolte esclusivamente opere informali. Un discorso nell’aria da tempo e che con la visita di oggi si è ampliato ulteriormente.

Così Kostabi, ieri a Campo di Giove, è arrivato in mattinata a Pratola dove, tra due chiacchiere e l’incontro con qualche curioso, si è divertito a dare spettacolo della sua arte disegnando su tela un curioso omaggio a Formichetti. Una visita importante per l’artista peligno perchè “Kostabi si è mostrato molto interessato alle mie opere che sono di uno stile totalmente diverso rispetto al suo” commenta Formichetti.

In effetti il lavoro di Kostabi si discosta parecchio nello stile da quello di Formichetti con l’interesse, presente nelle sue opere, rivolto alla citazione di altre creazioni artistiche all’interno dei suo quadri. Forte, in questo senso, è il riproporre, in chiave ovviamente personale, dei manichini di De Chirico, suo principale riferimento, nei soggetti senza volto che ne invadono i quadri. Un recupero del passato che avviene, a volte anche in sfumatura ironica, attraverso la rappresentazione di quelli che qualcuno ha definito “automi” in un contesto umano che non parla dell’individuo in sé, ma dell’uomo in  generale. I colori  brillanti e sgargianti delle sue rappresentazioni sono quelli che nel contesto contribuiscono ad attirare gli amanti dell’arte.  Opere finite nel Museum of Modern Art, nel Metropolitan Museum, nel Solomon R. Guggenheim e nel Brooklyn Museum di New York, solo per citarne alcuni.

Ma Kostabi, punto di riferimento ormai per tanti artisti italiani (si divide tra Roma e Usa), ha fondato nella Grande Mela anche il “Kostabi World” (era il 1988), il suo mondo, appunto, dal quale vengono fuori circa mille quadri l’anno grazie ad una equipe che dirige e controlla costantemente, evitando la produzione di falsi con l’ausilio di un codice che permette l’identificazione di tutto quello che viene fuori dalla sua scuola. La sua produzione, tuttavia, si sposta anche sul commerciale con disegni di marchi pubblicitari, la recente ideazione della maglia rosa; in passato disegnò anche copertine di album rock come quelli per Gun’s and Roses e Ramones.

L’arte mondiale, “toccata e fuga”, è passata per  Pratola Peligna.

Simona Pace

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