Accusa di peculato per l’ex direttore del Parco Majella, usava l’auto indebitamente

(foto teleAesse.it)

Avrebbe utilizzato indebitamente l’auto istituzionale dal 2009 al 2012 così il prossimo 24 gennaio 2019 si terrà l’udienza preliminare per Nicola Cimini, per 17 anni alla direzione del Parco Nazionale della Majella e accusato dal pubblico ministero della Procura di Sulmona, Aura Scarsella, di peculato. Secondo la tesi messa su, Cimini avrebbe utilizzato indebitamente la Volksvagen Bora dell’Ente  per spostamenti dalla sua abitazione (e ritorno) a Roma fino ai luoghi di lavoro nelle diverse sedi del Parco a Sulmona, Guardiagrele e Campo di Giove.

La questione venne sollevata nel 2013 da un esposto firmato da una tale Licia Minconi di Guardiagrele, nome che come riporta la testata primadanoi.it potrebbe essere un nome falso se non addirittura l’anagramma di Nicola Cimini. Presentato l’esposto il documento  approdò a quei tempi sulle scrivanie di procure, corpo forestale, ministero e ad altri enti fino a raggiungere anche l’attuale sottosegretario della Giunta regionale Mario Mazzocca, allora sindaco di Caramanico e presidente della Comunità del Parco, il quale invitò l’Ente ad avviare una inchiesta interna per chiarire la vicenda che seppur ritenuta “inverosibile” era di “indubbia rilevanza”.

Nell’esposto si invitava la procura a verificare i chilometri fatti durante quegli anni e l’utilizzo della carta carburanti del Parco da paragonare all’utilizzo della carta personale nonché la verifica delle ore di lavoro e la presenza effettiva del direttore in sede. In tutta questa vicenda il Parco Nazionale della Majella è stato indicato come parte offesa.

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