Air-Arte in Riserva, quest’anno con “ecosofia”

Con la terza edizione di AiR-Arte in Riserva si può davvero dire che il Parco d’arte contemporanea, pensato nell’area dell’Eremo di San Venanzio a Raiano, sta davvero prendendo forma, quella “massa” minima di opere tale da farne una mostra a cielo aperto. E’ stata presentata così l’edizione 2017 del progetto curato dall’associazione Terre Colte che, con l’aiuto della direttrice responsabile, Lucia Zappacosta, mira ad ottenere altre tre opere incentrate sull’ecosofia. “Termine degli anni ‘70- ha precisato Zappacosta- che vuole intendere il ribaltamento della solita concezione dell’uomo al centro spostandovi di conseguenza la natura selvaggia” che nella riserva regionale la fa da padrone così come lungo il percorso che ospita le realizzazioni degli artisti, quest’anno conl’uso di materiali naturali. E’ in questo senso che si integra la riflessione di Merilisa Zitella, in rappresentanza del Comune, che ha sottolineato come in passato non ci si sia capiti sull’uso dei materiali, ma che nel tempo l’amministrazione sta comprendendo sempre di più il potenziale di tale progetto. L’arte contemporanea merita, insomma, una certa riflessione e una sorta di sensibilizzazione anche nei confronti della popolazione raianese in parte, probabilmente, non abituata a certe opere. Ma comunque il tempo porta consiglio e “La gente del posto sta facendo un bel passo mentale- sottolinea Paolo Di Giulio, presidente dell’associazione-. Gli incontri con gli artisti servono proprio a quello, a far sì che sentano l’opera come cosa propria e in tal modo anche a proteggerla”. E ce n’è davvero bisogno. Se da una parte alcune delle opere sono state mutate dalla natura stessa (e fin qui ci può stare), altre hanno dovuto fare i conti con i soliti ed inaccettabili atti di vandalismo. Un tarlo che si sta cercando di sconfiggere attraverso il coinvolgimento”.

Ad essere ospitati per dieci giorni saranno quattro artisti per tre opere.

C’è Alessandro Cannistrà, nome noto nel panorama artistico internazionale ed ideatore di una tecnica peculiare basata sul fumo e la casualità. Sarà sua l’opera relazionale, che lungo il percorso che conduce verso il mulino, coinvolgerà passanti, conoscenti e sconosciuti in un prodotto sperimentale dal quale l’artista, a conclusione, farà emergere le energie che lo hanno plasmato in un lavoro di rifinitura. Una ricerca, quella di Cannistrà, tra natura e dialogo. C’è l’abruzzese Lorenzo Kamerlengo, affascinato dalle suggestioni del luogo e che alle energie percepite darà una forma su marmo con un’idea si, ma anche lasciandosi trasportare e immortalando il suo “segno” in un luogo carico di spiritualità arricchendo il “Dna culturale” come lo ha definito. Ed infine ci sono Debra Solomon e Jaromil, dai Paesi Bassi, un connubio particolare, un altro esperimento. Saranno loro a dare forma ad “una possibile utopia” coniugando le diversità che li contraddistinguono: lei si occupa di progetti legati alla permacultura; lui hacker, attivista, genio dell’informatica.

L’11 agosto le opere (da realizzare durante i prossimi giorni di residenza) saranno ufficialmente inaugurate, mentre il 12 mattina gli artisti incontreranno la popolazione per fare il punto sull’esperienza artistica vissuta. E per il prossimo anno l’idea è quella di istituire un premio di alta caratura così da portare nomi importanti, una loro opera perenne, e di conseguenza sempre più gente. La promozione si fa anche così.

Simona Pace

 

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