Biglietti molesti nella cassetta dell’amante immaginario. Assolta

L’accusa era quella di molestie, che seguiva a quella di stalking dalla quale, Barbara Fallavollita, quarantotto anni di Corfinio, era stata comunque prosciolta perché incapace di intendere e di volere.
Anche questa volta, il suo folle amore, non è stato ritenuto penalmente rilevante, perché, accusata di aver riempito la cassetta delle lettere del suo vicino di casa e amante immaginario, la donna è stata assolta ieri dal giudice del tribunale di Sulmona Concetta Buccini.


Non che quelle decine e decine di pizzini imbucati nella cassetta delle poste del suo vicino, con cui immaginava e pretendeva di avere una relazione sentimentale, non fossero veri, ma quanto perché, ha stabilito il giudice, accogliendo la tesi difensiva del legale della donna, Alessandro Tucci, non avevano rilevanza pubblicistica. Insomma erano “intimi” e riservati e quindi non compromettevano pubblicamente l’uomo.
L’inchiostro nero su bianco, secondo la legge, non vale quanto un messaggio sul telefonino o una chiamata in notturna e per questo la donna dal punto di vista penale non è perseguibile.
Eppure, come dichiarato dalla “vittima d’amore”, l’ossessione di Fallavollita aveva costretto il vicino di casa, di cinque anni più giovane di lei, a trasferirsi a Torino: la sua vita, ha spiegato al giudice, era diventata un tormento.


La donna, infatti, nel 2015 aveva iniziato a stalkerizzare il suo presunto (da lei e da lei sola) amante, prima con i pizzini appunto, e poi con messaggi, telefonate a notte fonda, danneggiamenti dell’auto, pedinamenti e scenate sotto casa. Fatti, questi, che avevano portato quell’estate al suo arresto da parte dei carabinieri, fino alla reclusione in carcere dopo essere evasa dai domiciliari sempre per “amore”.
Dal primo processo era uscita indenne perché non in grado di intendere e di volere, dal secondo, ieri, che riguardava solo i biglietti imbucati nella cassetta delle poste, perché “il fatto non sussiste”. Come la presunta relazione.

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