Carcere ai margini sanitari, la Uil invoca l’intervento Asl

“Chiederemo un immediato intervento affinché non succeda l’irreparabile”. E’ la Uil Fpl a volerlo per l’emergenza sanitaria che, come anticipato dal Il Germe tempo fa, sta colpendo il carcere di via Lamaccio a Sulmona. “In luogo degli 8 medici necessari e previsti dal protocollo d’intesa attualmente ve ne sono solo 5- spiega Mauro Nardella, segretario generale-. Questo sta comportando inevitabilmente una riduzione delle turnazioni mattinali che non consente, da quel che ci è dato sapere, il soddisfacimento di tutte le richieste avanzate dai detenuti seppur in un contesto fatto di forte abnegazione ed innato spirito di sacrificio da parte dei pochi medici attualmente all’opera”. Cinque medici, per chiarire meglio il rapporto, per 400 detenuti.

“La Asl non può far finta di niente e, soprattutto, non può stare a guardare. Deve immediatamente metterci mano se non vuole che la situazione imploda. L’attuale situazione- prosegue Nardella- richiede una grossa attenzione anche in considerazione del fatto che gli attuali medici, già fortemente ‘maltrattati’ da contratti per nulla gratificanti, non possono e non devono arrivare a dover vestire i panni di schiavi per far si che la situazioni non deflagri definitivamente”. A tutto c’è un limite insomma, ma la Asl sembra essere sorda ai richiami già fatti più e più volte dai medici stessi.

Un carcere “ai margini del sistema solo perché Carcere- rincara la dose il sindacalista Marcello Ferretti che aggiunge-. Le istituzioni tutte devono concorrere al soddisfacimento delle giuste richieste provenienti da questo luogo di penitenza”. Da considerare c’è anche l’ampliamento con il nuovo padiglione e con altri detenuti. “Se servirà unire le forze con gli amici del penitenziario per ottenere ciò che spetta di diritto siamo pronti a farlo” conclude Ferretti.

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