Cogesa nelle mani del tribunale: firmato il decreto di concordato preventivo

E’ probabilmente l’inizio, formale, della fine: l’atto con cui ufficialmente il Cogesa entra nel vortice imprevedibile del concordato preventivo (in bianco) ed esce dal controllo dei soci, ovvero dei cittadini. Il risultato monumentale di una gestione fallimentare che negli ultimi anni ha portato la società partecipata più importante del territorio, ed una delle più importanti nel settore rifiuti della regione, da essere gioiello a scarto tra i beni pubblici.

Il tribunale di Sulmona ha infatti emesso il decreto che dispone “l’ombrello” (ovvero la protezione dalle richieste dei creditori) per sessanta giorni della società e che nomina contestualmente un commissario giudiziale, nella figura di Andrea Mantini, iscritto all’albo dei gestori della crisi, quale “tutore” di un piano di ristrutturazione che dovrà essere approvato dai creditori e soprattutto dal tribunale.

In pratica da oggi (in realtà dal 18 agosto scorso, data di emissione del decreto) non potranno essere più pagate le fatture ai creditori emesse prima del 16 agosto e quelle successive dovranno riguardare solo l’ordinaria amministrazione.

Entro sessanta giorni dovrà quindi essere presentato un piano di crisi che preveda cioè modi e termini della copertura del debito, attraverso accordi transattivi con i creditori e una ristrutturazione del debito.

Nel frattempo Cogesa non potrà più compiere atti amministrativi se non autorizzato dal tribunale, deve sospendere tutti i pagamenti (se non quelli ordinari) e presentare un piano convincente per evitare il fallimento.

Cosa comporterà il piano dipenderà sostanzialmente da quanto si riuscirà a trattare: da una parte con i creditori di Cogesa che dovrebbero accettare una transazione sui crediti vantati, dall’altra con i debitori (perlopiù i soci) che dovranno in qualche modo pagare gli arretrati, aumentando verosimilmente in modo esponenziale le tariffe o ricapitalizzando la società.

“Pertanto si esortano di nuovo tutti i Soci ad ‘abbassare i toni’ – scrive il presidente Nicola Guerra ai sindaci – così come fatto in precedenza, ad essere collaborativi con l’azienda e a pagare puntualmente il dovuto alle scadenze contrattuali”.

Zitto e paga, insomma.

20 Commenti su "Cogesa nelle mani del tribunale: firmato il decreto di concordato preventivo"

  1. Cornelio è il top

  2. Facile capire chi “risanerà” il COGESA..ci fosse una volta che a pagare l’allegra amministrazione siano gli artefici…in Italia non è mai successo..voglio sperare in una eccezione alla regola

  3. A danno degli altri e di chi nulla c’entra | 22 Agosto 2023 at 11:52 | Rispondi

    Cominciamo a licenziare gli ultimi assunti e poi mano mano gli altri dipendenti poi vediamo cosa succede alla Cogesa e se qualcuno farà ancora ostruzionismo per conto di qualcuno…

    • E la monnezza?

    • Gli ultimi assunti non sono certo il problema, lo sono piuttosto quegli inamovibili che hanno maturato stipendi ingiustificati negli anni e che spesso non fanno neanche il proprio dovere … basta sostare 10 minuti in attesa all’ingresso, per veder passare i soliti passeggiatori !

  4. Un esito scontato. Paga cambialone ??

  5. Cuoi vedere che si e’ preparato l’ingresso dei falchi? la cosa diabolica è che è stato pianificato, mah

  6. Hanno fatto di tutto per tagliare Gerardini ed ecco il risultato. Dechestemmeaparlá

  7. … “ ed esce dal controllo dei soci, ovvero dei cittadini “…
    Ma veramente ?
    … quindi la società Cogesa, con il conferimento in discarica, il servizio di raccolta, e la cadenza dei passaggi porta a porta, e le assunzioni, e tutte le consulenze, le hanno “ controllate” ( e decise) i cittadini Utenti?
    Se fallisce questa società… stapperò la migliore bottiglia di champagne… non fosse altro che per vedere la fine del “ controllo della società da parte dei cittadini “…

  8. Piu’ di 200 dipendenti e a parte gli addetti alla raccolta (con diverse eccezioni)gli altri super “TOP” cosa producono se il risultato e’ questo?

  9. Rispetto per la città | 22 Agosto 2023 at 14:53 | Rispondi

    Mi auguro che Sulmona e i Sulmonesi,considerato l’evolversi di questa vicenda, non debbano subire un ulteriore schiaffo, da chi, alla città e al territorio, non è minimamente interessato, anzi… La monnezza è un piatto ricco e invitante, mi si perdoni l’accostamento non proprio poetico, ed è proprio per questo, che quelli interessati a nutrirsene, molto spesso hanno appetiti voraci e riescono a mandar giù ogni cosa, anche rispetto per l’ambiente e legalità. E da tanto purtroppo, che anche noi Sulmonesi siamo abituati a digerire in silenzio un po’ tutto e così la città prende sberle sonore, ma a un certo punto ci si stufa di porgere l’altra guancia.

  10. Ma i soci ovvero i comuni perché non pagano il dovuto alla società ? Io sono cittadino del comune di X pago le tasse al comune di X e X non paga Cogesa ? Perché ?…

  11. …era una società invidiata dal resto della regione..poi arrivò l’accoppiata Casini/Gerosolimo che volle il grande Enzo Margiotta al comando e da allora cominciarono le guerre e i guai..il resto è storia recente con, ultimo, l’ostruzionismo a Gerardino che forse poteva essere l’ancora di salvezza, ma niente…Nicola Guerra ancora in sella ed ecco il Tribunale…Grazie a quei famosi 40 Sindaci che hanno voluto tutto questo…

  12. Sarebbe interessante capire a cosa servissero le consulenze da 800mila euro chieste ad un passo dalla fine ! Ah no ! Già lo sappiamo:a salvare la società !

  13. Si chieda giustizia | 23 Agosto 2023 at 15:07 | Rispondi

    Ai cittadini onesti non dovrebbe passare inosservato lo scempio che si è fatto di questa società che, nel bene e nel male , dava lavoro a famiglie locali. Il saccheggio, a beneficio di pochi , grida giustizia. Il rischio è che diventi appetibile preda di loschi individui perché si sa che intorno alla monnezza, ruota interesse e malaffare … più di quello di cui è attualmente giogo !

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