Comitati No Snam: “La battaglia è politica”

Cosa ha portato il govero uscente a firmare il provvedimento? A chiederselo sono i Comitati Cittadini per l’Ambiente che, in attesa di avere tra le mani la delibera da studiare, si rivolgono a quei politici “esterefatti” pronti a rivolgersi alla magistratura e che ieri hanno accompagnato il sindaco di Sulmona, Annamaria Casini, a “non” consegnare la fascia tricolore. “In questa vicenda la responsabilità della classe politica c’è tutta: il progetto risale al 2004- ricordano i Comitati-. E’ dal novembre 2015, invece, ultimo incontro presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, che sia da parte dell’Assessore Gerosolimo sia dalla Regione, non abbiamo più notizie né sugli sviluppi delle procedure né sulla loro azione politica: sulla questione Snam hanno latitato per ben due anni di assoluto silenzio”.

Perchè se il territorio è stato “svenduto” lo si deve principalmente alla politica, rincarano gli ambientalisti che ricordano come il decreto che darà il via alla centrale è stato solo rinviato all’8 gennaio, tra una manciata di giorni.  “Non si doveva arrivare alla firma del provvedimento autorizzativo e bisognava agire per tempo, non solo con atti deliberativi, ma anche e soprattutto sul piano politico”, un aspetto assente per i Comitati che si dicono lontani dalla posizione di Lolli il quale ha parlato di battaglia sul piano giuridico. “No, Vice Presidente Lolli, questa battaglia si sarebbe vinta da tempo con un’azione politica incisiva supportata dalle perizie di tecnici,consulenti ed esperti che esaminassero il progetto proposto e come vi abbiamo chiesto sino allo sfinimento. Con il verificarsi degli eventi sismici dello scorso anno, in un Paese democratico, si sarebbe dovuto mettere la parola fine su questa mastodontica opera, invece l’iter è andato avanti nonostante i comitati avessero richiesto al Presidente della Regione Abruzzo di porre in essere quella alleanza con gli altri Governatori delle Regioni coinvolte dal sisma per recarsi unitariamente dal Presidente del Consiglio e chiedere di fermare le procedure autorizzative e accantonare definitivamente il progetto sia per la centrale che per il metanodotto, data l’estrema pericolosità sismica dell’Appennino centrale e la non compatibilità dell’infrastruttura con tali aree” .

E alla Snam che vuole dialogare i Comitati rispondono con un secco “no”, mentre ai sindaci ricordano, in chiusura, che “sono stati eletti per tutelare i diritti ed i legittimi interessi della nostra comunità contro tutti coloro che considerano il nostro territorio una ‘terra di conquista'”. Non la rassegnazione, quindi, ma l’azione.

S.P.

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