Conti, un prelievo bancomat prima del suicidio

C’è un altro piccolo interrogativo e un altro piccolo mistero nella ricostruzione delle ultime ore di Guido Conti, il generale suicidatosi venerdì scorso sul monte Morrone.
Lo hanno scoperto i carabinieri dell’Aquila che l’altro giorno si sono recati nella sede della Banca nazionale del lavoro di Sulmona dopo la singolare segnalazione di un prelievo, fatto dallo stesso Conti, la mattina del 17 novembre.
Il generale, infatti, dopo aver acquistato i tre fogli su cui poi scriverà il suo addio alla famiglia, si ferma allo sportello bancomat della banca in via De Nino e qui preleva una somma di denaro (la cui entità non è dato sapere) di cui sembra poi perdersi traccia.
Non solo: Conti nell’operazione “perde” anche la sua carta bancomat, perché attende oltre i trenta secondi concessi dallo sportello per ritirarla. Cosa lo abbia distratto, se una telefonata o una voluta dimenticanza, ora stanno cercando di capirlo gli inquirenti che hanno acquisito le immagini della telecamera posta nello sportello per visionarle.
Non è chiaro, poi, cosa il generale abbia fatto con i soldi prelevati, visto che la cifra ritirata non sembra essere stata trovata tutta nelle sue tasche. Se abbia cioè consegnato una somma di denaro a qualcuno o l’abbia spesa per fare degli acquisti. E se così dovesse essere quali? E per chi?
Certo un gesto singolare per uno che aveva deciso già da tempo, sicuramente da giorni, di farla finita e che aveva programmato il suo suicidio con lucida follia.
Sulle ultime ore, dalla banca al monte Morrone, quasi sei in tutto, stanno ora lavorando gli inquirenti, cercando di ricostruire passo passo i suoi percorsi.
Ma forse anche questo ennesimo coup de théâtre, questo alone di mistero, lascia pensare che nell’organizzazione della sua uscita di scena, Conti abbia studiato ogni minimo particolare. La cancellazione da Facebook e quella dei dati dal computer, la lettera e le dimissioni, gli sfoghi con gli amici e le parole non scritte sulla sua esperienza alla Total.
Sembra quasi che Conti avesse voluto giocare con chi poi avrebbe dovuto raccontare e indagare sulla sua morte, a meno che, alla fine, non si riesca a mettere insieme tutti i pezzi di un puzzle e dare una senso e una spiegazione a quello che, al momento, nonostante la tesi del crollo psicologico resti la più accreditata, resta un giallo.

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