Contro la violenza di genere, Raiano parte dalla “cultura del rispetto”

 

La lotta contro la violenza sulle donne moltiplica i suoi appuntamenti su tutto il territorio peligno e Raiano non è da meno. In occasione della Giornata internazionale l’amministrazione ha organizzato un appuntamento per sensibilizzare la popolazione a questa tematica. Un percorso iniziato lo scorso anno con l’istallazione di un’opera simbolica, una sedia “a simboleggiare tutti quei posti vuoti lasciati dalle vittime dei femminicidi in Italia e da una bacheca dove chiunque poteva portare un messaggio, un fiore, un disegno, o qualsiasi altra cosa che esprimesse il proprio dissenso e dove non potevano mancare le ‘Zapatos Rojos’ (Scarpe Rosse), divenute ormai il simbolo di questa giornata” spiegano dall’amministrazione.

Domani (ore 16, sala convegni Comune di Raiano), in collaborazione con le donne delle associazioni locali, sarà proiettato il cortometraggio “L’Amore Rubato” diretto da Irish Braschi, e liberamente tratto dall’omonima raccolta di racconti di Dacia Maraini. “La scelta è ricaduta su questo film perché non si focalizza su una sola storia, ma riesce a sintetizzare attraverso diverse storie, la varietà delle violenze fisiche e psichiche di cui le donne possono essere vittime e evidenzia come un simile dramma possa essere trasversale potendo riguardare personalità molto diverse tra loro per età, estrazione sociale e culturale”. Ad accompagnare la proiezione anche un video messaggio della scrittrice ed una testimonianza diretta.

Sarà, inoltre, illustrato il progetto “La vita è donna” approvato e finanziato dal Dipartimento delle Pari Opportunità. Si tratta di un concorso artistico dedicato alle scuole di diverso ordine e grado e volto alla prevenzione e alla sensibilizzazione sul tema in parola. “La questione è prima di tutto culturale e va affrontata, anche partendo dai più giovani e dalle scuole; in tal senso, la volontà non può che essere quella di cercare di coinvolgere sempre di più i piccoli e giovani cittadini affinché possano diventare, in futuro, protagonisti di un cambiamento radicale, fautori della ‘cultura del rispetto’, di un educazione affettiva sana, che coinvolga solo emozioni positive”.

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