Convention Tua: come in un regime assenti “schedati” e richiamati

Dipendenti schedati come in un regime di dittatura. La denuncia è del presidente della commissione di Vigilanza in Regione, Mauro Febbo, e del segretario regionale dell’Ugl – Tpl mobilità Abruzzo, Giuseppe Lupo.  Il riferimento è a quanto accaduto in occasione della convention Tua, svoltasi all’Aquila, alla quale sono stati invitati dirigenti e dipendenti. Per coloro che non si sono presentati, il giorno successivo all’incontro, è stata recapitata una lettera di richiamo in cui si sollecita a fornire le motivazioni dell’assenza entro cinque giorni. “Ciò è quanto accade in Regione Abruzzo dove abbiamo sempre più un solo uomo al comando che richiama alla mente personaggi e certi Presidenti che governano imponendo un regime o una dittatura” dichiarano i due  “Siamo di fronte a un atto di arroganza, pari ad un azione di stalking, senza eguali che ci deve indurre a riflettere oltre a denunciare un episodio simile poiché sia i dipendenti sia le istituzioni non possono essere denigrati in questo modo”.

“Sono pronto ad attivare altri canali e in altre sedi per denunciare e condannare una vicenda inqualificabile che mortifica la figura del lavoratore e le stesse istituzioni- tuona Febbo-.  Queste lettere di richiamo sono atti vergognosi e indescrivibili che porterò all’attenzione del prossimo Consiglio regionale convocato per venerdì.  I dipendenti della Società pubblica di Trasporto  non sono delle marionette mosse dalla volontà e dai capricci del Presidente della Regione Abruzzo”.

La promessa poi è quella di indagare sull’accaduto  “per capire da chi sono stati pagati gli autobus partiti da altre province per raggiungere il Capoluogo. Vorremmo,  inoltre, capire com’è stata inquadrata la giornata del dipendente che ha preso parte alla Convention, ovvero se sono stati concessi dei permessi, ordini di servizio o, addirittura, straordinari se non addirittura pagata la trasferta”.

Una azione di “propaganda” la convention per Febbo e Lupo nella quale è stato omesso  “la verità sulla reale situazione economica finanziaria  di Tua e anche gli aspetti negativi della  legge approvata recentemente”. I due battono sul ritardo nel dar seguito al decreto Madia, sulla transitorietà della legge, “può essere impugnata dal Governo o dai privati, perché limita il principio della concorrenza visto che Tua è stata dichiarata in house e quindi diventa controllore e controllato- specificano i due-, non tutela il trasporto effettuato dai concessionari privati, che conta circa 600 lavoratori che dovevano essere tutelati, e non prevede il coinvolgimento degli enti locali, così come stabilito dalla legge Madia”, per non parlare dell’ “‘utilino’ di 618 mila euro a fronte di una transazione per debiti pregressi precedentemente non riconosciuti ad Arpa altrimenti avrebbe chiuso con una perdita di ben 7 milioni di euro. Sappiamo per certo  – concludono Febbo e Lupo – che questi aspetti, durante la Convention voluta da D’Alfonso, non siano stati menzionati. Nei prossimi mesi vedremo chi aveva ragione e come questo Governo regionale intenda portare a termine la riforma del Trasporto pubblico locale se non apre immediatamente un confronto serio  e costruttivo con gli enti locali che sono gli unici responsabili e gestori del trasporto”.

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