Deejay massacrato, arrestati due Rom

Quando il deejay ha spento la musica, perché era stato pagato la metà di quanto pattuito, ci hanno pensato loro a suonargliele di santa ragione. Un inferno scatenatosi in pochi minuti in piena notte durante una festa in una villa di Rom nella periferia di Sulmona: calci, pugni e testate, al povero musicista costretto, dopo essere riuscito a fuggire dalla festa, a recarsi in ospedale a Sulmona, per essere poi trasferito da lì al San Salvatore dell’Aquila.
I danni riportati dal deejay, trentunenne di Sulmona, sono stati infatti pesanti: oltre quaranta giorni di prognosi e un intervento maxillo-facciale molto delicato.
Tra resistenze e omertà la squadra anticrimine di Sulmona ha avuto un difficile lavoro da fare per risalire ai responsabili delle lesioni aggravate.
Così dopo un mese e mezzo di indagini (i fatti risalgono al 24 aprile) gli agenti coordinati dall’ispettore Daniele L’Erario hanno tratto in arresto Luigino e Mario Di Rosa, due fratelli di etnia Rom, rispettivamente di 49 e 52 anni.
Per identificarli la squadra anticrimine si è servita anche di alcuni video postati su Facebook e relativi alla festa di compleanno dove si è consumato il pestaggio.
Scene di festa trasformatasi in pochi minuti in uno scenario di sangue, con il deejay sfuggito con difficoltà alla furia dei suoi “datori di lavoro”, un lavoro che doveva essere retribuito con almeno 100 euro, ma che, nonostante tutta la nottata a suonare, la famiglia Rom aveva pensato di pagare solo a metà.

 

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