Dito medio in ufficio, scoppia il caso a Palazzo

Il caso è finito sui banchi dell’ufficio per i procedimenti disciplinari, che, d’altronde, è chiamato comunque a valutarlo, fosse anche insussistente l’illecito disciplinare. Che in caso contrario potrebbe configurarsi un’omissione. Una vicenda banale, in verità, che, tuttavia, rischia di avere ripercussioni se non altro nel già agitato clima di palazzo San Francesco.

Nel mirino di una lettera anonima sono finite in particolare una dirigente e due funzionarie che, accusa la missiva protocollata ieri al Comune di Sulmona, sarebbero ree di aver leso l’immagine dell’ente per una fotografia scattata il 31 dicembre scorso all’interno degli uffici e postata sui profili Whatsapp, oltre, a quanto sembra (ma non se ne ha più traccia), anche in qualche profilo Facebook.

La foto ritrarrebbe le tre dipendenti comunali negli uffici, con una di loro che mostra il dito medio alla camera. Un comportamento che secondo l’autore della lettera, evidentemente ben informato sul codice comportamentale nella pubblica amministrazione, tanto da far pensare ad un interno, lederebbe l’immagine dell’ente e per questo andrebbe punito.

Una bravata, in realtà, dettata probabilmente dall’euforia per il Capodanno in arrivo e per il quale le tre dipendenti si sono dovute recare in ufficio di domenica per garantirne lo svolgimento. Insomma il danno e la beffa per loro.

In Comune ci vanno con i piedi di piombo, anche perché le tre interessate hanno annunciato querele nei confronti dell’autore contro cui si è ora scatenata la “caccia”. Piedi di piombo, perché in quanto a procedimenti disciplinari palazzo San Francesco non può vantare certo precedenti felici.

Dalla più nota e drammatica vicenda dei “furbetti del cartellino”, conclusasi in una bolla di sapone e con risarcimenti ad indagati e imputati, a quella che domani finirà sui banchi della commissione consiliare Bilancio e nella quale si dovrà riconoscere un debito fuori bilancio di oltre 5mila euro, oltre alle spese generali, per pagare gli avvocati di cinque poliziotti della municipale contro cui l’allora comandante Leonardo Mercurio dispose un procedimento disciplinare per il solo fatto di non aver intestato la richiesta di mobilità alla sua persona, ma all’ufficio personale.

Il Comune, d’altronde, ha revocato in autotutela quella sanzione disciplinare con eccessivo ritardo, tanto da far determinare il giudice Alessandra De Marco alla sua condanna.

Che poi è dei contribuenti.

Era meglio un dito medio.

7 Commenti su "Dito medio in ufficio, scoppia il caso a Palazzo"

  1. ..i veri problemi di Sulmona..

  2. Ma l’unghia del dito era ben curata?
    O lasciava trasparire una certa sciatteria?
    Nel secondo caso andrebbe severamente punito.
    Il dito.

  3. Ma evitare di fare, o per lo meno di postare sui social, certe foto è così difficile??

  4. Brunetto R. Alatri | 11 Gennaio 2024 at 13:43 | Rispondi

    Non vedo perché le tre impiegate debbano finire all’Indice per aver mostrato il medio

  5. Ma il protocollista lo sa che le lettere anonime non vanno protocollate? Ma le persone non hanno proprio niente da fare in un comune che ha tante questioni da risolvere come Sulmona per pensare ad un dito medio?

    • Arriva lui bello bello | 11 Gennaio 2024 at 15:24 | Rispondi

      Domanda a Federica: se spedisce una lettera anonima ai Carabinieri, Polizia o alla Procura la protocollano oppure la nascondono? Ed aprono un fascicolo o no? Al di là della questione che verrà valutata, eventualmente, da chi di competenza.

  6. Aldilà di tutto, leggendo l’articolo la cosa che più mi ha infastidito è stato il tentativo di quasi giustificare, non è un comportamento consono,punto, essere a lavoro di domenica, esserci per completare il lavoro, non legittima ne giustifica, il gesto non è elegante in nessun contesto peggio che peggio se a farlo è chi ricopre un incarico costituzionale e, peggio, mentre si è nell’esercizio dello stesso.
    Resta il fatto che trattasi di questione di modesta rilevanza che dovrebbe essere trattato da tale.

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