Dopo il dissesto i debiti, il Tar condanna il Comune di Villalago

Dei Comuni in dissesto è stato quello che probabilmente ha fatto più sacrifici di tutti: 6mila euro di debito pro capite, rispetto ai mille della media. Per gli abitanti di Villalago, però, i sacrifici non sono finiti, perché il Comune non ha fatto a tempo ad uscire da sei anni di commissariamento delle sue casse, per ritrovarsi, di nuovo, con un debito da pagare. Certo non sono i 3,8 milioni di euro che erano stati lasciati dal buco del 2013, ma comunque i 113mila e rotti euro che il tribunale amministrativo regionale ha sentenziato dovrà pagare ad una società di costruzioni, rappresentano pur sempre il 10% del bilancio corrente del Comune.
Il sindaco Fernando Gatta non ne fa un dramma: “Affronteremo anche questo sacrificio – spiega – qualcosa la abbiamo già accantonata, gli altri soldi li troveremo in parte nel prossimo bilancio e una restante parte cercheremo di rateizzarla. E d’altronde il commissario ci ha lasciato quasi 300mila euro di debiti ancora da pagare”.


La causa è quella che risale ad un vecchio contenzioso del 2009, quando la società Edilizia Candeloro, che aveva realizzato delle case popolari, venne pagata solo in parte. I motivi erano da ricondurre al fatto che in variante d’opera il prezzo dell’opera pubblica era quasi raddoppiato e il Comune era stato spiazzato dall’aumento della spesa prevista.
La lunga causa che ne era seguita aveva visto il tribunale di Sulmona, nel 2016, riconoscere il credito alla società di costruzione, ma inutilmente, con decreto ingiuntivo alla mano, aveva cercato di farsi liquidare dal commissario che, d’altronde, aveva proposto il pagamento del 50% del dovuto.
La società ha atteso così che il Comune uscisse dal dissesto (nel 2019) per tornare alla carica e ieri il tribunale amministrativo regionale gli ha dato ragione condannando il Comune ad ottemperare al debito maturato.
“Far quadrare i conti nei piccoli Comuni non è facile – spiega il sindaco – basta un’opera pubblica che va male per ritrovarsi un peso enorme. Nonostante questo, dopo sei anni di tasse al massimo, abbiamo cominciato lo scorso anno, una volta usciti dal commissariamento, ad abbassare le aliquote: abbiamo cominciato con l’Imu per alberghi e attività industriali e contiamo di ritoccare un po’ al ribasso quest’anno anche quella per le seconde case”.

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