Fare comunità, creare lavoro: nasce la cooperativa “La mosca bianca”

“Guardare al futuro con gli occhi di chi non deve aspettare che le opportunità arrivino dall’esterno ma di chi ha la consapevolezza che, lavorando insieme, quelle opportunità ce le dobbiamo creare”. E’ la base di partenza de “La mosca bianca”, la cooperativa di comunità nata a Corfinio e che domenica scorsa ha festeggiato l’inaugurazione della propria sede nel cuore del paese, lungo quel corso che racconta in ogni angolo una ricca storia. Una storia che si ricorda e si tramanda consapevoli che vale la pena restare in questa terra osservando le esigenze della comunità e analizzandole per crearne lavoro. Così “La mosca bianca”, dopo anni di impegno, si ufficializza alla popolazione pronta a prestare i primi servizi in una stretta collaborazione avviata con l’amministrazione comunale. Il dato dal quale partire è stato l’impossibilità da parte del Comune di far fronte a diversi servizi che ora, nei fatti, saranno gestiti dall nuova cooperativa pronta, dunque, ad occuparsi di servizi pubblici e privati, dalla manutenzione all’assistenza per non abbandonare il turismo ed il settore agroalimentare sfruttando, nel senso buono del termine, le ricchezze offerte dal territorio comunale.

Le idee sono varie e prendono diverse direzioni. Si parte dalle tradizioni, appunto, nel progetto che vorrebbe il ritorno alla coltivazione dei mandorli in una Corfinio nota per il suo delizioso amaretto e che contestualmente tornerà a ripopolare anche una zona limitrofa rispetto al centro, quella di San Terenziano dove la varietà c’è già e dove sarà integrata da ulteriori piante. C’è ancora la gastronomia alla base dei pacchetti turistici e corsi di cucina ad hoc che prevedono anche il pernotto in collaborazione con ristoranti, alberghi e b&b. Tutti coinvolti, anche le case abbandonate per farne delle strutture vacanza e passare poi, per non lasciare nulla al caso, anche al sociale con l’avvio del progetto che alle classiche residenze anziani vorrebbe sostituire la coabitazione con un operatore a supporto, un modo più umano, forse, per trascorrere l’età “matura”. Ed ancora servizi ai bambini, biblioteca e ludoteca.

Una cooperativa che parte da una base: la fiducia tra i diversi soggetti coinvolti per “concorrere” insieme allo sviluppo socio-economico della comunità. “A volte da una forte crisi nascono nuove opportunità”, un auspicio in cui i quattro soci del direttivo credono fermamente perchè “A vivere in un luogo svantaggiato, come può essere quello di un paese dell’Abruzzo interno, si paga lo scotto di non avere partner che investano in produzioni o servizi”. E via allo spopolamento  ma “Un paese senza giovani è destinato ad una decrescita demografica,
ad una crollo delle risorse economiche, all’aumento, di contro, di una richiesta di sostegno: un declino che ben presto porta alla crisi di un sistema”. Un’ipotesi da contrastare perchè in fondo, basta capirlo, “l’Italia dei piccoli comuni è uno scrigno di risorse naturali, storiche e culturali”.

Simona Pace

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