Gagliano Aterno e il neopopolamento: 20 abitanti in più in tre anni

Non chiamatelo ripopolamento. Scegliere di vivere nell’Appennino abruzzese è di nuovo possibile. Scegliere, appunto. Perché c’è chi tra il Velino e il Sirente è nato e non ha avuto alternativa oltra a quella di vivere in quei paesi che si ripopolano d’estate e si svuotano con l’appassire delle foglie. C’è chi è fuggito, appena è stato possibile. Chi, invece, ogni tanto torna nelle abitazioni di nonni e bisnonni. Un paio di mandate per riaprire la serratura prima di venire investiti dalla zaffata di chiuso proveniente da stanze vuote da troppi mesi. Il tempo di spalancare le finestre e spazzar via quella polvere accumulata con il trascorrere dei giorni. “Far arieggiare”, viene comunemente detto. L’ossigeno alla vecchia dimora è concesso per qualche ora, prima di serrare tutto e dire arrivederci all’anno prossimo.

A Gagliano Aterno, invece, chi viene lo fa per restare. Per spazzarla via ogni giorno quella polvere. Per far respirare il paese intero, e non solo la propria abitazione. Venti abitanti in più negli ultimi tre anni. Sembra un piccolo traguardo, ma è un importante obiettivo raggiunto con lavoro, dedizione ma soprattutto idee indirizzare sia ai gaglianesi e sia a chi ha deciso di mettere qui le proprie radici.

Merito anche del progetto NEO (acronimo di “nuove esperienze ospitali”). Grazie alla collaborazione tra amministrazione, comunità e università, il ricercatore Raffaele Spadano (Università della Valle d’Aosta, gruppo di ricerca Montagne in Movimento) sta coordinando, dallo scorso aprile 2021, una serie di progetti che puntano a uno sviluppo del territorio concreto, inclusivo, ecologico e autodeterminato da chi lo abita. I risultati del progetto di ricerca antropologica sono ora visibili, in quella che il sindaco Luca Santilli definisce “Area interna delle aree interne”. Il progetto ha portato 14 ragazzi a vivere per 6 mesi nel paese, nel 2022 e nel 2023.

E a qualcuno questo luogo bucolico è talmente piaciuto da volerci restare, non senza qualche difficoltà legata all’alloggio. “Negli ultimi 3 mesi abbiamo avuto difficoltà a reperire le abitazioni per questi ragazzi – ci spiega il sindaco -. Alcune case sono interessate dalla ricostruzione post sisma; alcune sono seconde e terze case non disponibili per l’affitto. In pratica abbiamo avuto una domanda maggiore e un’offerta minore”. Gagliano Aterno come Bologna e Milano. Paradosso dei paradossi.

“Qui generiamo abitanti e non visite – sottolinea Santilli -. Chi non è riuscito a trovare casa a Gagliano ha comunque scelto di vivere nei paesi limitrofi. E’ un importante risultato per un centro dell’Appennino con 250 abitanti”.

Nel 2024 partiranno nuove attività economiche ma si terrà sempre conto del parere dei cittadini. Gagliano, infatti, ha una sua “ecclesia”, con direbbero gli antichi greci. I cittadini, con cadenza mensile, si riuniscono nella “Communitas Gagliani”, un’assemblea dei cittadini del paese nella quale ci si confronta per decidere come gestire i servizi, i fondi a disposizione o, più semplicemente, come organizzare la vita comunitaria.

Il primo neo-cittadino del 2024 è Antonio Secondo, che pochi giorni fa ha preso la residenza a Gagliano Aterno. “I fattori che mi hanno portato a questa scelta? Beh, sono originario del paese e ho già un legame con il territorio. Il paese l’ho sempre vissuto nel corso degli anni. E poi è molto difficile trovare casa nei centri più grandi in Valle Peligna. Anche questo è stato un fattore”.

“Se le amministrazioni sono virtuose e interessate, spendendo tempo per la progettualità, alla fine qualche risultato si vede. Gagliano lo dimostra. La differenza tra restanza e neopopolamento? La prima rappresenta il sentimento di affermare diritto a restare. Il neopopolamento (termine coniato da Spadano) vuole scardinare i luoghi comuni per abitare nell’Appennino. Non vivere queste realtà in modo passivo, ma rilanciarle per creare nuove opportunità conformi con giovani, adulti, bambini e anziani. Forse questo è un momento favorevole per ripopolare questi paesi. I nostri nonni sono nati qui e sono andati via. I nostri padri non ci sono neanche nati. Da parte nostra, invece, c’è un interesse nel ritorno. Il disastro grosso dello spopolamento c’è già stato. E’ imputabile in parte all’industrializzazione, anche se non al 100%. Le concause sono diverse e già il fatto che ci siano 20 neo abitanti è simbolo di un’inversione di rotta”.

1 Commento su "Gagliano Aterno e il neopopolamento: 20 abitanti in più in tre anni"

  1. il prossimo anno diventerà la nuova capitale italica corfinium 2.0

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