I formatori

“Finalmente una buona classe, li vedo motivati”: Francesco nella pausa caffè irrompe nel mezzo dell’intervista e sembra quasi liberato, come se la sua attività di formatore e coordinatore del corso sia tornata ad avere un valore. Gli studenti sono 14 disoccupati nell’ambito del progetto Giovani 2.0-Abruzzo giovani inclusione 2021: una selezione su 34 domande per formare addetti all’immissione di dati, uno di quei corsi promossi dal pubblico (Comune di Sulmona) per dare un ruolo ai cosiddetti Neet (chi cioè non studia, non lavora, né cerca lavoro). Il corso è appena iniziato nei locali della Sintab a Sulmona: 198 ore di lezione e 60 di stage in aziende ed enti del territorio, per una qualifica che insegna un mestiere e che, soprattutto, offre punteggi e competenze da usare nei concorsi pubblici.

La formazione, già: quella pubblica prima funzionava. “Solo a Sulmona fino a poco più di una decina di anni fa c’erano 15 classi nei corsi IeFP (istruzione e formazione professionale) – racconta Gianpaolo Tronca, che di Sintab è il presidente – oggi se ne contano 6 in tutta la Regione. Erano corsi per falegnami, elettricisti, estetisti, parrucchieri e pizzaioli: lavori che oggi nessuno vuole più fare”. Con il paradosso che dall’ultimo per pizzaiolo, costato 45mila euro di soldi pubblici, pian piano si sono ritirati quasi tutti e solo 1 ha preso la qualifica. E non certo perché manchi l’offerta di lavoro: non per i pizzaioli, tanto meno per elettricisti e falegnami.

“C’è un problema che interessa il territorio e più in generale l’Italia – continua Tronca – un gap tra mercato del lavoro e formazione che bisogna colmare”. E di formazione Sintab se ne intende, perché rappresenta l’80% del suo fatturato, cresciuto rapidamente negli ultimi quattro anni fino a toccare lo scorso anno 1,3 milioni di euro, con 16 tra dipendenti e collaboratori e oltre 100 consulenti che di volta in volta vengono chiamati per tenere i corsi.

La svolta vera c’è stata con la pandemia: “Nel 2018 avevamo trasferito gran parte della nostra attività di formazione online, perché avevamo intuito che bisognava allargarsi al mercato nazionale – continua Gianpaolo Tronca, 50 anni ingegnere elettronico – nel 2019 eravamo già conosciuti, anche perché dal 2007 siamo accreditati come ente di formazione dalla Regione e dal 2017 dal ministero dell’Istruzione. Così quando nel 2020 è arrivato il Covid e la didattica a distanza, noi eravamo pronti. I nostri webinar erano collaudati e abbiamo offerto servizi per le scuole, la didattica, la formazione”. Oggi offrono formazione continua a circa 100mila insegnanti, il 10% degli addetti a livello nazionale, battendosela con competitor che sono colossi come Mondadori e Giunti. Alle sessioni di lavoro si collegano anche 5mila insegnanti contemporaneamente: il via libera dal ministero dell’Istruzione vale da solo il 60% del business, tanto che Sintab gestisce anche un sito dedicato alla materia. Una delle tante attività collaterali in un mondo nel quale si muove con disinvoltura e autorevolezza in ambito nazionale.

Il core business è proprio la formazione: quella continua alla scuola, quella ai disoccupati e quella alle imprese, specie in materia di sicurezza e certificazioni. Quest’ultima si accompagna all’attività di consulenza, gestita anche nell’ufficio di Macerata, dove si è trasferito da qualche anno Patrizio Cantelmi, socio insieme a Francesco La Vella, Gianpaolo Tronca e da ultimo Concezio Cipolla.

La storia della società è quella di un gruppo di giovani che cominciano a collaborare con la S&T Consulting di Antonio Chiodo oltre venti anni fa: nel 2003 da questa esperienza e dall’incontro con Sint (soluzioni integrate), società di consulenza marchigiana, nasce Sintab, partecipata al 40% proprio da Sint. Tronca, però, si ritrova presto solo, perché gli altri amici e colleghi, un po’ per sorte, un po’ per destino, trovano altre strade: “Ero in difficoltà, ma non mi diedi per vinto – ricorda Tronca – dall’attività di consulenza ci spostammo sempre più sulla formazione, fin quando nel 2011 Francesco, laureato in Scienze della Formazione, e Patrizio, dottore in Economia e Impresa, rilevarono le quote di Sint. All’inizio fu dura: partimmo con oltre 100mila euro di debiti, ma ci dedicammo al lavoro, indagando diverse strade, alcune le abbiamo abbandonate come quella dello sviluppo e gestione di software, altre le abbiamo potenziate e la crescita non ha tardato ad arrivare, fino alla svolta vera indotta dalla pandemia”.  

Il settore della consulenza, da cui tutto ha avuto origine, però, resta una fetta importante della mission, se non altro per il prestigio e la reputazione che dà alla società: “Facciamo consulenza a circa duecento aziende in tutta Italia – spiega Patrizio Cantelmi – e la gran parte dei clienti a cui abbiamo fatto consulenza è rimasta con noi. Segno che sono soddisfatti del servizio e dell’apporto dato alla crescita delle imprese. Questo sia per le imprese locali a cui diamo molta attenzione, sia per i grandi gruppi: possiamo vantare clienti di levatura internazionale come la LFoundry o la Solarig, ma anche istituzioni come la guardia di finanza e gli enti pubblici: a maggio lavoreremo anche per il ministero dell’Economia e Finanza. E ancora stiamo partecipando in Ats (con capofila Università di Modena e Reggio Emilia) su un progetto di formazione finanziato dall’INAIL. Stiamo inoltre lavorando ad un progetto denominato “Virtual Safety Tour”: grazie alla mappatura fotografica e video delle aziende, le stesse potranno realizzare dei virtual tour per evidenziare i pericoli e i rischi che sono presenti al loro interno e nel processo produttivo. Per loro ci occupiamo di certificazioni di qualità, di privacy, di sistemi di gestione, anche oltre quelli che sono gli adempimenti di legge. Perché le aziende serie capiscono che un sistema di gestione certificato e fatto bene, migliora le performance dell’azienda sul campo: non è solo un bollino di qualità richiesto dalla normativa, ma un valore aggiunto che la qualità la garantisce”. Sulla sicurezza, poi, come insegna la cronaca delle ultime ore, non si può transigere: Sintab lavora molto sulla formazione in ambito tecnico e sicurezza, come i corsi per addetti ai lavori in ambienti confinanti e all’addestramento per l’utilizzo di attrezzature e macchine.

Una società in crescita che tra qualche mese al massimo lascerà la centrale sede di via Roma per trasferirsi nell’ex capannone Fasoli lungo la statale 17: “Per me è non è stato facile accettare di lasciare il centro storico – spiega Gianpaolo Tronca – perché il clima aziendale, che è un punto fondamentale, si nutre anche di qualità relazionale, una qualità che il centro storico di Sulmona offre. Ma qui in via Roma siamo ormai stretti, perché per quanto si lavori molto sulla Rete, i rapporti in presenza hanno un valore aggiunto. Senza sottovalutare gli sviluppi della tecnologia; pensiamo ad esempio alla realtà aumentata: quando i visori 3D saranno meno invasivi, ad esempio, le possibilità di interagire e fare formazione aumenteranno. Nella nuova sede, che abbiamo acquistato, ci sarà posto anche per altre attività esterne e per fare i nostri corsi in presenza”.

Senza trascurare i nuovi settori che si stano sviluppando: quello dell’audio-video con i servizi streaming, ad esempio, e quello dell’editoria: lo scorso anno Sintab ha aperto anche una casa editrice con la quale sono stati pubblicati già due libri, centrati in particolare sulla matematica e la didattica della geometria intuitiva di Emma Castelnuovo. Da anni, sul tema, Sintab organizza in tutta Italia la Festa della Matematica (con tappe che hanno toccato anche Sulmona e Pettorano sul Gizio), rivolta alle scuole dell’infanzia, alle primarie e alle medie: “E’ un approccio rivoluzionario, moderno, alla materia, che vede la matematica come un linguaggio e non come una disciplina – spiega Tronca – basata su un approccio laboratoriale, relazionale e semantico. Qui a Sulmona c’è qualche insegnante che si sta approcciando a questo metodo, che aiuta la crescita e il pensiero logico e critico. Ed è importante che questo approccio parta da quando si è bambini”. Sempre di formazione, in fondo, si tratta.

7 Commenti su "I formatori"

  1. Bene, almeno 16 posti di lavoro sono stati “ Creati “ .
    I LORO.
    Personalmente ritengo che siano grandi perdite di tempo e grandi illusioni per tutti… e poi continuano a raccontarci le favole spendendo i soldi pubblici.
    Il corso per pizzaioli… a Sulmona?
    SI, come no, poi i corsisti li mandiamo a Napoli a frequentare l’ Accademia…

  2. Siate orgogliosi di quello che fate e andate avanti così senza badare ai lamentosi in sevizio permanente effettivo. Di inutili lagne questa città ne ha piene le tasche.

  3. Perché non organizzate un corso “come uscire dalla coglionite” quante persone dovrebbero frequentarlo

  4. Forse Nico Leone non ha tutti i torti……

    • Il mondo all’incontrario | 12 Aprile 2024 at 10:55 | Rispondi

      Perché i corsi da pizzaioli si devono fare per forza a Napoli? Qui il problema è un altro non volete fare un cxxxo!! Mancano falegnami calzolai/e che trattano la pelle, sarti, elettricisti tornitori Fabbri personale di fatica per smontare e rimontare mobili ed affini…idraulici addirittura anche in campagna…tutti invece vogliono fare influencer tik tok basta che nn si fatica e che si guadagna poi tra l’altro avissere pure studiate niente!! Prima domanda che ti fanno quando li contatti è la seguente: quante mè da? Lu sabate adenca sta libere…che poi se sai lavorare pure pure ma nn sanne fa niente ed invece di pregare cristo che si imparano un lavoro se lamintene pure!! ma tenete na cocce!! Sperete che i vostri genitori campane almeno cent’anni se no so cxxxxi!!!

  5. A GABON A GABON CIRCILL CADREC MALOUDA SCIASSY A CHIAVATITRILL L’ARRICC APPIC ALLISC FRA ECT A LU PIET SEMPRE FRA MA AECT A LU PIET

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