Il Morrone e “le lacrime di coccodrillo”

Spente le luci sul Morrone, riflettori andati via da un pezzo, di chiaro c’è poco se non per le giornate che si allungano, la vegetazione che risorge e regala un manto erboso sulle ceneri di un agosto impietoso.  Un silenzio che non passa inosservato almeno al Cai, dopo il tanto rumore della scorsa estate che lascia però ancora tanti interrogativi e tavoli da calendarizzare sulla montagna dei peligni e su quei giorni di fiamme e fumo a ricaduta sulla vallata.

Un incontro con tutti i soggetti interessati avrebbe dovuto svolgersi a febbraio in realtà, poi rimandato causa neve, il sindaco Casini fa sapere che ci sarà una nuova data da stabilire dal neo assessore Angelone, un nuovo appuntamento sulla questione ancora da decidere, d’altronde le problematiche e temi di urgenza non mancano in città e in questo momento tra sicurezza e Snam sul collo le prorità sono tutte da un’altra parte.

A riaccendere l’attenzione sul Morrone è la sezione Cai di Sulmona che nelle giornate di sabato 7 e domenica 8 aprile è tornata sul monte caro a Celestino, per la manutenzione e la segnaletica dei sentieri devastati dall’incendio. Sotto gli occhi ciò che muta e che rinasce ma anche ciò che resta, cicatrici sul territorio, nei punti più ripidi la pioggia ha segnato il terreno con profonde incisioni. “Dopo le tante polemiche ora tutto tace, la montagna e i suoi boschi sono tornati ad essere l’ultimo problema” sottolineano lamentando anche la circolazione sulle strade di montagna che continua ad essere libera nonostante la legge regionale obblighi la regolamentazione, “le strisce tagliafuoco sono diventate altre strade per la libera circolazione, un’efficace opera di prevenzione degli incendi deve essere ancora approntata” il Cai ha incontrato anche un fuoristrada che saliva indisturbato lungo la strada bianca.

A finire sotto la lente, i lavori per la riapertura della strada tra Pacentro e Passo San Leonardo, “neanche si parla della Provinciale Morronese tra Sulmona e Pacentro”. E ancora ricordano lo scorso 7 dicembre 2017 dell’inaugurazione in pompa magna dei nuovi impianti dell’Aremogna costati cinque milioni di euro  “Un investimento che certamente ha portato benefici all’economia dell’Alto Sangro, come si è visto nella passata stagione invernale spiegano ma si domandano “Ma ora chiediamo che altre risorse ben più modeste siano destinate ai problemi prima elencati”. Per esempio la vernice acquistata dai volontari per effettuare la segnaletica bianca e rossa lungo i sentieri, “oltre a svolgere il lavoro volontariamente senza alcun rimborso e in maniera disinteressata, ma solo per passione e con la volontà di garantire in sicurezza la fruibilità delle nostre montagne a tutti i frequentatori”.

Tutto ora sembra passare in secondo piano, finite le fiamme sembra quasi essere finita la preoccupazione, dal Cai però esortano a non perdere la memoria e senza girarci attorno concludono “Le lacrime di coccodrillo versate durante l’incendio ormai sono da tempo evaporate, attendiamo fiduciosi che almeno non si perda la memoria dei tristi eventi della passata estate”

Anna Spinosa

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