“Io ho paura”. Restano stazionarie le condizioni del senegalese accoltellato

Sadio Camara, il ventisettenne senegalese accoltellato martedì nelle campagne fra Sulmona e Pettorano sul Gizio, è stato operato questa notte ed è ora nel reparto di Otorinolaringoiatria nell’ospedale di Pescara dove è piantonato dalla Polizia per ragioni di sicurezza. È provato dalla vicenda e dice di avere paura per quanto successo e non riesce a spiegarsi il perché dell’accaduto. Afferma inoltre di aver già visto in precedenza in volto uno dei due suoi aggressori.

Nella notte i medici hanno ricucito la ferita da arma da taglio, che il giovane Camara aveva riportato al collo. Una ferita lacero-contusa, andata pericolosamente vicina all’ aorta che avrebbe potuto causargli la morte in pochi minuti. Attualmente il giovane è intubato, ha difficoltà a respirare e parla a fatica, ma non è in pericolo di vita.

Sadio Camara è arrivato in Valle Peligna nel gennaio del 2018, è laureato in filosofia ed è originario del Sud del Senegal, dove era un attivista politico ed ha combattuto per i diritti dei giovani e per far arrivare acqua ed elettricità nelle aree più remote del paese. Appena arrivato nel centro di accoglienza di Pettorano, ha subito cercato di mettersi in contatto con le realtà che si occupano di volontariato e diritti dei migranti. Così è entrato a far parte della onlus Ubuntu della quale è uno dei membri attivi.

I suoi compagni e le sue compagne di associazione lo raccontano così: “Sin dal primo momento è stato molto attivo con noi in banchetti di sensibilizzazione, raccolte fondi e convegni. È sempre il primo ad arrivare e l’ultimo ad andare via, sempre pieno di entusiasmo. Inoltre fa tanta attività di beneficienza ed attività collaterali alla nostra. Svolge anche il servizio civile in una struttura che ospita anziani. Parla benissimo italiano ed ha una grande voglia di integrarsi nel nostro territorio. È una persona ricca dentro, sempre in prima fila quando si parla di diritti”.

Ubuntu ha anche scritto una lettera aperta a Camara, nella quale gli attivisti lo ringraziano per quanto di buono hanno appreso da lui in questi anni e poi continuano: “Scusaci se questo Paese non è quello che ti aspettavi e se questo popolo ha dimenticato la sua storia e calpesta la sua Costituzione, abbracciando una subcultura carica di odio e pressappochismo. Non sei solo Sadio e ora più che mai, questo Paese ha bisogno di uomini come te, colti, forti, lottatori. Sadio, noi non arretreremo nemmeno di un passo. L’odio non passerà. Ti aspettiamo amico”.

Al ragazzo senegalese è arrivata anche la solidarietà del segretario nazionale di Rifondazione Comunista Maurizio Acerbo che scrive: “Auspichiamo che gli inquirenti individuino al più presto i due criminali. Ma una cosa va detta chiaramente: conosciamo i responsabili politici e morali del clima di xenofobia e razzismo che a avvelenando il paese. Si chiamano Salvini e Meloni con l’incessante propaganda su cui stanno costruendo cinicamente il successo elettorale dei loro partiti. Basta barbarie, solidarietà a Sadio”.

Savino Monterisi

5 Commenti su "“Io ho paura”. Restano stazionarie le condizioni del senegalese accoltellato"

  1. rossini angelo | 3 Agosto 2019 at 13:12 | Rispondi

    il senegalese a paura perchè sa come si trova di fronte alla propria coscienza.
    smettiamola una volta per tutte di difendere i delinquenti.

  2. ci sono news?

  3. velociraptor | 7 Agosto 2019 at 23:27 | Rispondi

    il piccone, sinceramente credo importi solo a chi fa gioco.

  4. Dopo ben 13 giorni ci sono aggiornamenti? Possibile che non si sappia più nulla?

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