La casa comune nel paese delle “fiabe”

  E’ la giornata ideale a Pratola Peligna, il sabato del villaggio prima delle elezioni. Il sole che splende e riscalda dopo una settimana di coda d’inverno, i candidati a sindaco che baciano, abbracciano e stringono mani.
La scenografia è quella di un paese che sta tagliando un nastro importante, sia dal punto di vista simbolico che pratico: il nuovo Municipio è servito, con scritta in rosso fiabesco e la gigantografia della fontana della piazza attaccata prima di morire da Tropez (al secolo Fabio Liberatore), un fratello della comunità scomparso improvvisamente e nel ricordo del quale scatta l’applauso e la commozione.
In fondo quella casa comune con la scritta fiabesca è il simbolo di una comunità che si stringe, si riconosce e, tutto sommato, elezioni comprese, si vuole bene.
Qualche assenza importante si avverte, soprattutto nei galloni regionali, con il posto della squadra di D’Alfonso lasciato al concreto Donato Di Matteo. Poi c’è la senatrice Pezzopane che elogia il sindaco uscente anche per il suo lavoro di pressing per ottenere dal governo un nuovo codice degli appalti più celere per scuole e edifici strategici, il vescovo che benedice e la folla che applaude.
A ben ragione, perché il nastro tagliato questa mattina è, al di là delle inevitabili rivendicazioni dal tono elettoralistico del primo cittadino Antonio De Crescentiis, che sciorina tutti i punti fondamentali realizzati nel suo programma di mandato (asilo, scuole, Rsa, Centro per l’autismo), è, si diceva, un esempio di laboriosità, impegno e tenacia.
Il nuovo Comune è stato infatti realizzato in appena dieci mesi (compresi due mesi di interruzione per la neve) dalla ditta Gas di Sulmona, che ha “usato solo forze e fornitori locali”, finanziato grazie da un bando regionale di 1,1 milioni di euro vinto a mani basse dal centro peligno (secondo classificato su cinquanta) e voluto con forza e determinazione da tutta la struttura amministrativa. Roba che Sulmona se la scorda.
“Un luogo sicuro che apre le porte in caso di emergenza – ha detto De Crescentiis – che diventa un punto di riferimento per tutto il paese e di abbellimento di un intero quartiere”.
Rinforzate le fondamenta, placcate le colonne, rifatto il tetto (ora completamente in legno), cucito un cappotto termico e cambiati gli infissi: una nuova casa comune, insomma, sicura ed energicamente migliorata, con spazi dedicati alla protezione civile e l’aula consiliare ampliata.
Una tavola imbandita per il prossimo sindaco che arriverà a giugno, tra baci, abbracci e strette di mano.

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