La discarica fuori legge

Il colpo d’occhio è impressionante: in otto mesi, da quando cioè facemmo l’inchiesta sul nostro trimestrale “Un macigno in discarica”, il buco di Noce Mattei è stato letteralmente mangiato dai rifiuti. Il fronte del riempimento, che a marzo appariva tutto sommato ordinato e arretrato, è oggi un panettone di terra e rifiuti a cielo aperto che arriva fino a bordo strada. Riempito quasi interamente da conferimenti che sembrano tal quale e che, comunque, sono fuori da ogni norma e autorizzazione. Fuori legge.

A metterlo nero su bianco, d’altronde, è il perito incaricato dallo stesso Cogesa per valutare la sostenibilità economica degli investimenti da fare nell’impianto, in relazione in particolare all’attivazione della linea CSS o eventuali alternative.

L’ingegnere Giovanni Cavallo, per conto della GNB Enigineering, spiega nella relazione consegnata qualche giorno fa come alla fine, di tutti i rifiuti conferiti ne finiscano in discarica l’85,18%, un’enormità se si pensa che nel buco dovrebbero finire solo gli scarti residuali. “Lo smaltimento in discarica del sovvallo prodotto dalla vagliatura primaria – scrive il tecnico – è prevalente e non residuale in aperto contrasto con il quadro normativo vigente”. E ancora: “I flussi di massa e lo schema di processo dell’impianto TMB sono difformi – aggiunge – dal progetto proposto come modifica sostanziale della precedente autorizzazione e approvato con il PAUR. La difformità è ovvia perché il progetto su cui poggia il PAUR (ovvero l’attivazione del CSS, ndr) non è mai stato attuato. L’attuale gestione del sovvallo costituisce palese violazione dell’AIA/PAUR vigente”.

In pratica succede questo a Noce Mattei: i rifiuti dopo essere stati trattati vengono “recuperati” per il 59,30% tra CSS (29,83%), ferrosi (4,91%), plastica rigida (1,70%) e carta (2,87%), il resto va direttamente in discarica (23,88%). Del materiale “recuperato”, però, solo una minima parte, ovvero lo 0,30% (sostanzialmente ferrosi), rientra nel ciclo del recupero, il resto finisce anch’esso in discarica, restituendo così numeri fuori legge e una montagna di materiale che si “ritrasforma” in rifiuto da discarica. Materiale che in discarica, per legge, non potrebbe andare.

Attualmente la discarica ha una capienza di ancora 60mila metri cubi, a cui si aggiungono i 100mila autorizzati aggiuntivi (il cosiddetto panettone): con questo ritmo, non essendo stato in due anni attivato il CSS, né avviato un metodo alternativo, la discarica sarà esaurita in quattro anni.

Il Cogesa perderà insomma la sua cassaforte e, nei fatti, non avrà più ragione di esistere, perché quasi tutte le soluzioni risulterebbero antieconomiche. Del futuro di Cogesa e del suo impianto si occupa nello studio il perito, con prospettive tutt’altro che rosee e delle quali parleremo, a parte, in un prossimo articolo.

10 Commenti su "La discarica fuori legge"

  1. Che scandalo

  2. Cioè, i rifiuti vengono prima selezionati e poi nuovamente interrati? Lo sperpero nello sperpero!

  3. L'Avanguardista | 29 Novembre 2023 at 09:28 | Rispondi

    CSS ovvero Combustibile Solido Secondario cioè rifiuto trattato, triturato formato in grossi pacchi e destinato come materiale da combustione.
    La separazione dei rifiuti avviene sempre nelle nostre case (vetro, metalli, umido, carta, plastica).
    Per il CSS viene usato il residuo combustibile e una quota di plastica e carta.
    Il problema è che se non c’è un impianto per fare il CSS tutto il RESIDUO finisce in discarica ma non gli altri.
    Ma la domanda che mi pongo è: se non c’è qui l’impianto per fare il CSS, visto l’enorme mercato dei rifiuti, il residuo può essere inviato o venduto a chi l’impianto ce l’ha, e allora perché viene buttato in discarica…???

  4. L'Avanguardista | 29 Novembre 2023 at 09:41 | Rispondi

    Tuttavia non tornano neanche le percentuali riportate che sembrano ingannevoli rispetto a quanto dice l’ing. Cavallo “di tutti i rifiuti conferiti ne finiscano in discarica l’85%”; da ciò sembra che solo il 15% finisce realmente nella filiera del recupero.
    Vogliamo chiarezza e cioè: la differenziata nelle nostre case Vetro-Plastica-Carta-Umido-Residuo dove finisce…??? Aspetto una risposta da persone del Cogesa, grazie.

  5. Povera SULMONA | 29 Novembre 2023 at 13:46 | Rispondi

    Certo vedere solo 3 commenti…mah !

  6. Ma la domanda ulteriore da porsi è: ci sono gli elementi per considerare tutto ciò a rischio salute per gli abitanti dell’area limitrofa? È possibile che chi vive nella zona o chi ha vissuto può essere stato “colpito” da patologie importanti? Ho sentito diversi casi

  7. … significa semplicemente che entrano rifiuti in maggior parte indifferenziati, e la poca quantità differenziata è riconducibile a NOI poveri fessi che la facciamo, perdi più fino ad adesso conferita ad un prezzo superiore rispetto a chi non si è mai sognata di differenziarla… però state tranquilli… non vi agitate Peligni residenti nella “ Valle Inconcata … sta per arrivare una grande invenzione:
    la STUFETTA PIROLITICA.
    “ Un impianto ( da posizionare nell’ormai EX nucleo industriale di Sulmona ) con cui trattare, indifferentemente, rifiuti solidi urbani indifferenziati, frazione organica da rifiuti urbani, biomassa, materiali residui da confezionamento, rifiuti industriali, scarti industriali ed agricoli, pneumatici, plastiche, rifiuti ospedalieri, car fluff, scarti di macellazione, residui della lavorazione del petrolio e qualunque sostanza organica, senza necessitare di alcuna preventiva selezione e fino a 32 mila tonnellate di rifiuti all’anno”…
    Se poi ne installano più di una… si possono raddoppiare, triplicare o addirittura quadruplicare le 32.000 tonnellate da incenerire ogni anno… quindi la problematica della capienza di Noce Mattei è risolta, non c’è da preoccuparsi.
    Chi può… che scappi via da questa Valle senza voltarsi indietro.

  8. In un sistema virtuoso di gestione dei rifiuti, secondo le direttive comunitarie, quanto residuo dalla differenziata deve essere avviato a recupero energetico: i termovalorizzatori rappresentano, quindi, un tassello nel più ampio ciclo di gestione dei rifiuti e, per questo, sono complementari alla raccolta differenziata.
    Ma a Noce Mattei sono fermi alla preistoria..

  9. Perfetto.
    Mettetene almeno uno in funzione per i rifiuti dell’Aquila e dintorni nel territorio delle 99 cannelle.

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