La notte del mangiaplastica

La storia di Ecoreversa, azienda sulmonese diventata leader in Italia nel settore del mangiaplastica, nasce e sboccia in una notte. Dal tramonto all’alba di un giorno di novembre del 2021, quando Lino Rubino, 38 anni con un’esperienza di otto anni da commerciale nel settore del riciclo, si ritrova nella fiera di Ecomondo, la più importante in Italia e non solo del settore, con il Decreto Mangiaplastica tra le mani. “Eravamo andati alla fiera da ultimi, confinati in un angolo con uno stand improvvisato per presentare un’isola ecologica che avevamo progettato con una start-up realizzata con il Politecnico di Torino – racconta – l’isola era una buona idea: un contenitore multiplo per il conferimento dei rifiuti. Quel giorno, però, cambiò tutto: il Decreto Mangiaplastica piombò sulla fiera per certi versi in modo inaspettato e nessuno era pronto ad offrire uno strumento in grado di soddisfare le richieste. Il governo stabiliva contributi ai Comuni per compattatori della plastica che fossero in grado di selezionare il materiale e nessuno a quel tempo era pronto”.

Lino ci pensa tutta la notte, studia il testo del decreto, e la mattina alle sette si presenta davanti a Punto Brico di Rimini per acquistare un fresino e altro materiale da bricolage. “La fiera era già aperta – ricorda – con il mio socio di allora facemmo un buco alla nostra isola ecologica, la incorniciammo con della plastica verde e ci mettemmo dentro un lettore ottico di quelli del supermercato. Poi ci facemmo prestare un motore inutilizzato da un altro stand, giusto per far vedere che c’era un meccanismo di compattazione previsto. Spiegammo ai visitatori, perlopiù Comuni, che la macchina non era ancora certificata, ma che sarebbe stata pronta nel giro di qualche mese. Fu un successo”. Rubino, in pratica, stava vendendo la pelle dell’orso prima di averlo catturato. “Sì, fu un azzardo – spiega – ma in realtà conoscevo bene il settore e già da tempo avevo visto, nella mi attività di commerciale, che alcune aziende del Nord Europa, già utilizzavano questo sistema”.

Finita la fiera, con 21 ordinazioni già incamerate, inizia la vera sfida imprenditoriale: “Quella notte stessa mi misi alla ricerca di un fornitore che potesse vendermi una macchina adeguata. Avevo avuto già in passato un’altra esperienza imprenditoriale nei compattatori e non era andata bene. Però avevo imparato a conoscere e riconoscere le differenze tecnologiche di questi macchinari”. Anche in quest’occasione la partita si gioca in una notte: “Trovai un fornitore a Londra – continua – lo ricordo come ora: era un martedì sera. Aveva una macchina eccezionale, in grado di riconoscere non solo dal codice a barre il materiale, ma anche di fotografarlo con un sistema in 3D, radiografarlo e selezionarlo. Il fornitore mi disse che chi prima arrivava si aggiudicava la fornitura. Partii quella sera stessa da Roma, presi il primo aereo disponibile e la mattina del mercoledì ero davanti la porta del fornitore londinese”. Ecoreversa si aggiudica così la prima partita di compattatori: prima 1 per provarlo, poi il primo blocco da 14, con l’impegno, per diventare esclusivista per l’Italia, di acquistarne 70. “Il primo ordine era da 240mila euro: pagai in parte con l’anticipo che mi avevano dato i Comuni e in parte con un prestito bancario – spiega Lino Rubino -. Qualche mese dopo eravamo i primi ad aver messo in strada i mangiaplastica in Italia. Questa macchina è, a differenza di tante altre, uno strumento che funziona bene e il passaparola non ha tardato a diffondersi”.

Rubino, però, va oltre: capisce che oltre ad un macchinario funzionante, deve essere in grado di fornire ai Comuni il “chiavi in mano”. Mette così su un team di consulenti in grado di districarsi nella burocrazia e ai Comuni non offre solo il mangiaplastica, ma anche come fare la domanda ed imbastire la pratica, seguendo passo passo la procedura. Per i Comuni è un’occasione: un macchinario moderno, pagato fino a 30mila euro dallo Stato e che aiuta l’ambiente e la cultura del riciclo, oltre a permettere un incasso (500 euro a tonnellata) alle amministrazioni per la vendita di plastica di qualità (di classe C, ovvero pulita) ai Consorzi di raccolta. Ecoreversa si inventa anche incentivi: un pacchetto vacanza regalo per la famiglia più riciclona del Comune, una bici elettrica e, quest’anno, una panchina rossa fatta con materiale da riciclo e altro arredo urbano con cui attrezzare spazi verdi e piazzette.

Ai 21 ordini del 2021, se ne aggiungono così nel 2022 altri 60 che gli valgono il premio Imprendigreen di Confcommercio Italia e ancora 96 nel 2023 e, nei primi quindici giorni di apertura delle domande, dal primo febbraio scorso, già 105 per il 2024: “Ad oggi copriamo oltre la metà delle domande totali in Italia – spiega Rubino – e i bandi si sono appena aperti”.

Da Tropea a Pescara, dall’aeroporto di Catania fino a Barisciano, sono centinaia i Comuni italiani (tra cui Sulmona lo scorso anno) che hanno acquistato l’ Eco400RVM (così si chiama la macchina).

Un exploit che ha permesso ad Ecoreversa, che a Sulmona ha la sua sede operativa, mentre quella legale, la RM, si trova a Torino, di raggiungere un fatturato lo scorso anno di 1,8 milioni di euro: 9 dipendenti fissi e 5 consulenti esterni, ma soprattutto una rete di circa cento imprenditori iscritti all’albo gestori rifiuti sparsi in tutta Italia e che gestiscono le macchine per conto di Ecoreversa. “Grazie a questa rete – aggiunge Rubino – siamo diventati interlocutori privilegiati per i Consorzi della plastica, pubblici e privati. Oltre alla vendita curiamo anche l’assistenza sul territorio che oggi, grazie ad un software molto avanzato, ci permette dall’ufficio di sapere esattamente cosa fa ogni singola macchina, da chi e cosa viene gettato al loro interno. Se c’è un problema tecnico qual è come risolverlo”.

Nella sede dell’ex incubatore di impresa di Sviluppo Italia, che tre anni fa era composta da due stanzette e oggi ne occupa sette, oltre ad un magazzino da 250 mq a Sulmona e uno da 400 mq a Torino, si respira un’aria di festa: un team molto affiatato – “siamo amici anche fuori dall’orario di lavoro” – e giovane (con un’età media di 35 anni), impegnato nell’assistenza tecnica, burocratica, nella vendita e nell’escogitare, giorno per giorno, soluzioni migliorative in grado di risolvere i problemi, proporre innovazioni, sviluppare potenzialità.

C’è ad esempio un settore tutto da mettere a frutto che è quello della pubblicità: l’Eco400RVM, infatti, ha, tra le altre cose, un mega schermo sul fronte che può essere utilizzato come veicolo pubblicitario. “Ci vorrebbe un’azienda che si occupi solo di questo” spiega Rubino, che non nasconde le difficoltà di trovare risorse umane e competenze adeguate sul territorio. “C’è un grosso lavoro da fare sulla formazione – aggiunge – Sulmona è un posto eccellente dove vivere e dove avere un’azienda, ma la cosa funziona solo se si ha la capacità di trovare fuori dai confini della Valle il tuo mercato”.

Sulla carta il 2024 è l’ultimo anno dei contributi statali per i mangiaplastica: se non interviene una proroga o un rinnovo, insomma, nel 2025 questo è un mercato destinato a spegnersi o comunque a ridursi, fermo restando l’attività di assistenza (garantita per cinque anni).

“Quello dei rifiuti è un settore in continua evoluzione e bisogna avere la capacità di prevenire le mosse, di capire in che direzione va – spiega Lino Rubino – per il futuro stiamo valutando di riprendere e perfezionare l’idea dell’isola ecologica pensata con la start-up di Torino e soprattutto stiamo guardando al cosiddetto conto deposito: entro il 2029 il 90% della plastica dovrà essere riciclata e questo vuol dire che si va verso il concetto del deposito cauzionale, appunto, che già hanno attivato alcuni Paesi del Nord Europa. La bottiglia la paghi 20 centesimi in più quando acquisti un prodotto, che ti vengono restituiti quando riporti il contenitore. Un principio che non vale solo per la plastica: vetro, alluminio e altri materiali, fanno parte tutti della stessa partita del riuso, più che del riciclo”.

Che nelle cose, come nella vita e nell’impresa, bisogna sapersi reinventare.

A volte basta una notte, un’intuizione e tanto coraggio.

5 Commenti su "La notte del mangiaplastica"

  1. Bravo Lino, non ti curar di loro..

  2. Costruisca una squadra di dipendenti capaci ed affidabili.Curi con attenzione maniacale le finanze dell’azienda. Da quanto leggo esperienza ed idee non le mancano, occhio ai pagamenti delle Pubbliche Amministrazioni che raramente coincidono con gli impegni finanziari delle aziende.
    Forza e coraggio ed un sincero augurio.

  3. ringraziate il governo Conte ed i 5 stelle che hanno spinto sulla transizione ecologica ….lo stesso facciano quelli che adesso lodano l’idrogeno a Corfinio.
    la verità ditela tutta

    • Idrogeno? Io ancora ho capito dove verranno realizzati tutti quei MW di fotovoltaico. Ettari ed ettari di terreno.

  4. Marcello Chiarenza | 24 Febbraio 2024 at 10:48 | Rispondi

    Complimenti per il suo coraggio!
    Forza Lino!!!!

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