La provocazione del Pd: la Di Nino sindaco di Sulmona

E perché no Antonella Di Nino sindaco di Sulmona: quella del Pd è una provocazione, ovviamente, che serve a sottolineare, a conclusione dell’ultima crisi, l’inadeguatezza della classe dirigente sulmonese e di fatto la cessione della guida del territorio ai cugini pratolani: “Nelle partecipate, con entrambi gli amministratori, ed ora in Comune, con quel Zavarella (assessore ai Lavori Pubblici, ndr) responsabile dell’area tecnica della Saca con seri profili di incompatibilità. Vista la  preponderante presenza di uomini della vicina ed amica comunità peligna a Sulmona – scrive il Pd – chiederemmo alla prima cittadina pratolana di dare una occhiata, anche lei, a questa Amministrazione dando qualche utile suggerimento ad evitare il baratro che si prospetta”.


Per i Dem, insomma, la montagna ha partorito il topolino “con un colpo di teatro degno della migliore tradizione della commedia all’italiana”, in quello che viene definito “il Luna Park di palazzo San Francesco”.
Un trattamento a parte i Dem lo riservano all’ex Bruno Di Masci: “Nonostante il tonitruante consigliere Di Masci – da collocare nella minoranza, a giorni dispari, e nella maggioranza, in quelli pari  – avesse a più riprese dichiarato finita l’Amministrazione. Ma tant’è, rimasto da solo senza neanche più il fido scudiero che fin qui l’aveva assecondato pedissequamente, il Nostro, ha dovuto far ‘buon viso a cattivo gioco’. Il suo travaglio interiore – si legge nel comunicato -, a questo punto, immaginiamo drammatico. Come di consueto, ingoiato il rospo della mancata sfiducia, fin li sostenuta dall’intrepido ‘conducator’ che aveva caricato a testa bassa in consiglio comunale, è stato apparecchiato, con sprezzo del ridicolo, l’ulteriore compromesso al ribasso”.

3 Commenti su "La provocazione del Pd: la Di Nino sindaco di Sulmona"

  1. Io me la sarei risparmiata l’uscita così come è scritta, ma forse c’è del coraggio e dell’autocritica da giudicarsi positivamente.

  2. magariiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii

  3. Se Di Masci, viene emarginato ne guadagna la città. E’ una vita che tiene in ostaggio l’amministrazione. Nel Pd dove continuava a spadroneggiare come fosse cosa sua, hanno dovuto cambiare la serratura per liberarsene!!

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