L’Abruzzo in una guida, raccontato da Paola Cortellesi e Riccardo Milani

“L’Abruzzo è la terra di mia madre, il dialetto è forte a tratti incomprensibile dei miei adorati nonni materni, è il sapore dei pranzi della domenica e degli spuntini ‘leggeri’ della mattina. La salsiccia di fegato che la mia bisnonna ci faceva recapitare ogni anno. Pressoché sconosciuta ai bimbi romani e dunque guardata con sospetto dai miei compagni di scuola, la salsiccia di fegato ha fatto sì che risultassi magicamente invisibile ai ladri di merendine, regalandomi molti anni di serenità a ricreazione”. E’ Paola Cortellesi che parla.

L’Abruzzo in una guida la raccontano anche lei e il regista, nonché sua compagno, Riccardo Milani. Lo raccontano da Pescasseroli, il loro Abruzzo, per la nuova “Guida ai sapori e ai piaceri d’Abruzzo”, nella sua quinta edizione, uscita oggi per La Repubblica. Ancora prima, però, la dedica, l’omaggio è quello fatto, ad inizio manuale, all’illustre abruzzese Benedetto Croce.
Dal suo paese natale, quindi, arrivano le voci di Milani e Cortellesi che narrano “l’intensità, l’amore per la propria terra, la capacità di raccontarla anche con piccole storie, (le galline, le uova, la nonna di 84 anni, il dialetto, nel caso di Paola), o con complessi e articolati ragionamenti che portano diritto al senso delle cose e fanno dire a Milani: ho avuto tanta fortuna a raccontare con il mio mestiere, con i miei film, una terra che amo” scrive il direttore Cerasa nell’introduzione al volume.

“Quando ero piccolo il mio Abruzzo si raggiungeva senza l’autostrada- ricorda Milani-, percorrendo, da Roma, la via Salaria. Con la 850 di mio padre era una roba di tre ore e mezzo. E il mio Abruzzo da piccolo erano i paesi di Marucci, Pizzoli, Arischia, L’Aquila, il lago di Campotosto, placido e verde d’estate e ghiacciato d’inverno con noi incoscienti che ci camminavamo sopra”.
L’Abruzzo dalla forte grinta che “sta facendo passi da gigante nei settori dell’enogastronomia, non solo perché mentre si scia si può guardare l’azzurro del mare, non solo per la genuinità e per il grande attaccamento alle proprie radici e alla propria storia”. Ci sono ancora parchi, natura, un rapporto superfluo altrove, ma “che qui viene gelosamente conservato come memoria di un popolo. L’amiamo perché ha tante stagioni vere, (…) C’è tanta scelta e non ci si annoia mai”.

Parchi, piste da sci, grotte, castelli, i prodotti enogastronomici, le ricette tipiche. L’Abruzzo da scoprire condensato in una guida.

S. P.

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