L’Abruzzo resta una regione estremamente fragile e sembra adeguarsi per questo anche dal punto di vista sanitario, infatti nel piano sono contenute tutte le strategie di risposta in caso di evento emergenziale, ma non solo perché si fa anche il punto sullo stato del rischio in regione, da quello sismico a quello chimico-industriale, da quello relativo a incendi, neve e valanghe alla viabilità.
Albani sarà al vertice della catena di comando sanitaria, è l’Rsr sarà l’organo regionale autorizzato alla movimentazione di strutture e risorse sanitarie regionali in occasione di maxi-emergenze, nonché all’attivazione della Cross (Centrale remota operazioni di soccorso sanitario) e alla gestione della comunicazione con la Direzione Comando e Controllo di Protezione Civile (Dicomac).
Con il Piano, la Regione istituisce anche il gruppo di coordinamento denominato Noes (Nucleo Organizzativo di Emergenza Sanitaria), abilitato a svolgere il censimento delle dotazioni, la formulazione di proposte tecniche per la formazione degli addetti, la definizione del fabbisogno di presidi e attrezzature uniformi (come i Posti Medici Avanzati) e la comunicazione di rete con gli attori pubblici (Anci, Asl, Comuni, Prefetture) e privati (Soccorso Alpino, associazioni di volontariato del circuito sanitario e di Protezione Civile).
“Con questo strumento – sottolinea l’assessore Paolucci – l’Abruzzo si pone tra le regioni italiane dotate di un piano avanzato per la risposta sanitaria agli eventi di maxi-emergenza. Il costante presidio della dotazione sanitaria strutturale e infrastrutturale regionale, infatti, ci consentirà di fare fronte all’improvviso gap che un evento calamitoso è in grado di creare tra offerta territoriale e domanda di salute e di soccorso”.
S.M.
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