L’archeologia e le sue potenzialità. A Corfinio l’incontro con l’Università del Salento

Un incontro che ha messo in luce le forti potenzialità archeologiche della città di Corfinio, quello svoltosi sabato 15 giugno presso la sala conferenze del museo civico archeologico “Antonio De Nino” dal titolo Ricerche archeologiche a Corfinio.

Organizzato in occasione delle Giornate europee dell’archeologia GEA 2024 per “focalizzare alcuni dei risultati più significativi delle ricerche archeologiche che hanno più di recente interessato il centro peligno”, l’incontro ha visto la partecipazione di qualificati studiosi legati al mondo universitario ed istituzionale. Tra loro Elena Cagiano de Azevedo, funzionario della direzione generale musei del MIC e coordinatrice nazionale delle Giornate europee dell’archeologia. Giornate che, come ha ricordato la Cagiano de Azevedo, il ministero della cultura promuove dal 2019 con cadenza annuale per “sensibilizzare l’opinione pubblica sui temi della conoscenza, salvaguardia e fruizione del patrimonio archeologico”.

Temi sui quali anche in Abruzzo si è registrato un aumento di consensi, come dimostrato dall’incontro di Corfinio dove i tanti ospiti hanno trattato diversi temi. Dall’inedita iscrizione funeraria in lingua peligna proveniente dall’agro di Bagnaturo e menzionante un esponente della locale famiglia dei Decrii oggetto della relazione di Gianluca Tagliamonte docente dell’università del Salento e direttore scientifico del museo civico archeologico “Antonio De Nino” alle grandi potenzialità della ricerca archeologica sull’antica Corfinio messe in evidenza da Giuseppe Ceraudo anch’egli docente della stessa università salentina.

Lo sviluppo insediativo dell’antico centro nel periodo compreso tra la costituzione del municipio romano e l’erezione del complesso valvense al centro della comunicazione di Maria Carla Somma, Sonia Antonelli e di Vasco La Salvia, docenti dell’Università degli studi “G. D’Annunzio” di Chieti-Pescara, da anni impegnati nelle indagini archeologiche su Corfinio. Con particolare attenzione alla figura di San Pelino il cui culto, nell’intera Penisola, “risulta sostanzialmente limitato a Brindisi e Corfinio”.

Massimo Valenti, docente dell’Università degli studi della Tuscia, ha illustrato le caratteristiche della città romana in particolare soffermandosi sul teatro analizzato in rapporto ad analoghi edifici dell’antico Abruzzo, come quelli di Amiternum, Iuvanum, Peltuinum, Teate. E al tema della presenza longobarda a Corfinio è stata dedicata la conclusiva relazione di Chiara Casolino, docente dell’Università “G. D’Annunzio”, che ha mostrato “peculiari indicatori di produzione della ceramica decorata a stampo” rinvenuti in occasione di scavi condotti presso la cattedrale di San Pelino.

Numerosi gli spunti di riflessione sollevati durante l’incontro organizzato dal Comune di Corfinio, dall’università del Salento e dalla Soprintendenza archeologica, belle arti e paesaggio per le province di L’Aquila e Teramo, spunti che, come hanno sottolineato il sindaco di Corfinio Romeo Contestabile e del vice sindaco Francesco Di Nisio, saranno oggetto di futuri necessari approfondimenti.

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