L’entroterra di Serenella Polidoro alla Biennale di Roma 2020

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Di lei si era sentito parlare non troppo tempo fa, quando vinse il Premio Capitolium, per Serenella Polidoro, di Castelvecchio Subequo, l’ultima è la partecipazione alla Biennale di Roma 2020 che, in Abruzzo, apre le porte anche ad altri due artisti. I tre, infatti, sono stati i prescelti nell’ambito di una importante selezione avvenuta al Museo Michetti.

Si tratta della “Prima Mostra di Selezione Città di Francavilla al Mare della XIII Biennale di Roma 2020”, aperta dal 19 al 27 ottobre. Una selezione curata da Sandro Lucio Giardinelli, ideatore e promotore del MumArt. Sabato scorso, quindi, sono stati resi noti i tre nomi che di diritto confluiranno nella prestigiosa Biennale romana tra cui, appunto, Polidoro.

I colori dell’artista subequana sono “lucidi”, onirici, riservano un intimo contatto tra l’essere e la realtà come nel caso di “Paesi”, opera parte dell’omonima collezione dove l’entroterra abruzzese, quello oltre i monti che lo sguardo raggiunge accompagnato dal tramonto, si fanno veicolo di un fascino permanente, di una bolla senza tempo dove le sfumature di giorni, mesi, anni, si sospendono. Borghi d’Abruzzo riproposti tra pennellate decise e sperimentali fino a lasciar emergere il sentire dell’artista.

Originale e mai banale, è con “Paesi” che Polidoro volerà dritta nella capitale con la motivazione che suona così: “per aver trasformato, attraverso l’utilizzo di una tecnica tradizionale, quale la pittura ad olio su tela, la visione di un paesaggio, immaginato come dolcemente sospeso tra invenzione e realtà, in uno stato d’animo che sembra appartenere da sempre alle nostre memorie”.

Simona Pace

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