L’occhio di “Dio” è abusivo. Il Comune ordina la rimozione delle telecamere alla Chiesa

L’occhio della Chiesa è abusivo, viola la privacy e va rimosso. Non è una preghiera, ma un ordine, anzi un’ordinanza. Quella emessa un paio di giorni fa dal Comune di Pescasseroli nei confronti della Diocesi di Avezzano e della parrocchia dell’abbazia dei SS Pietro e Paolo, ai quali l’ufficio tecnico del Comune ha dato trenta giorni di tempo per rimuovere a propria cura e spese le telecamere apposte sulla facciata della chiesa e su quella del palazzo dove vive il parroco. Specificando che in caso di inottemperanza, come è stato finora, si procederà in modo forzoso, addebitando i costi al parroco e al vescovo. Non solo, avvertendo anche che se non si procederà a quanto ordinato, gli stessi saranno denunciati alla procura della Repubblica di Sulmona per il reato di inosservanza dei provvedimenti dell’autorità. Si va sul penale, insomma, più che su pene e peccati da espiare.


La storia è singolare e sovrappone questioni di legalità, di privacy e una dose di guerra di paese, con tanto di vice sindaco (ex sindaco) infuriato per essersi ritrovato, lui che nella piazza ha la sua abitazione, gli occhi indiscreti di “Dio” sul collo.
Il parroco, infatti, per prevenire furti e atti di vandalismo, dice, ha pensato di far installare sulla facciata della chiesa un sistema di videosorveglianza che, però, ha un angolo di visuale che va oltre il consentito, inglobando gran parte della piazza e soprattutto sovrapponendosi al sistema di videosorveglianza comunale che vanta ventiquattro telecamere e una certificazione di legge.
Quelle telecamere, messe sulla chiesa che guardano la piazza, ma anche quella fatta installare davanti casa del parroco, sostiene il Comune, non sono insomma necessarie (requisito indispensabile per installarle) e soprattutto sono troppo invasive.


Dal canto suo la Chiesa sostiene che non è necessaria alcuna autorizzazione, che se l’angolo di visuale è troppo invasivo loro sono disposti a correggerlo e che, insomma, un occhio in più, fosse anche di “Dio”, non può che aumentare la sicurezza per tutti.
“I sistemi di videosorveglianza installati di che trattasi – scrive però il Comune – violano il diritto alla privacy” e “prima dell’installazione dovevano essere muniti di autorizzazione preliminari del garante e successive autorizzazioni comunali”. Essi, insomma, “riprendono parzialmente spazi pubblici e pertanto violano il diritto alla riservatezza sicché – si legge nell’ordinanza – trattandosi di diritti fondamentali della persona” vanno rimossi e lo stato dei luoghi ripristinato.
Parroco e vescovo, insomma, dovranno farsene una ragione, anche se hanno già comunicato di non voler rimuovere l’occhio indiscreto, che magari oltre ai vandali e ai ladri riesce a beccare anche qualche peccatore impenitente.

1 Commento su "L’occhio di “Dio” è abusivo. Il Comune ordina la rimozione delle telecamere alla Chiesa"

  1. bene,sicuramente il parroco legge,si informa..la recente sentenza della Cassazione stabilisce,precisa: un privato puo’installare telecamere sulla strada,prevale l’esigenza di sicurezza….quindi con l’ordinanza,forse si cerca visibilita’,o no?

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