Mancano le carte, la piscina affoga nella burocrazia

Le acque sono più agitate di quanto si possa pensare nella piscina comunale dell’Incoronata, perché il rischio che non si riesca a riaprire l’impianto è purtroppo reale, visto che alla pratica che dovrebbe portare alla stipula del contratto con la Roma Nuoto mancherebbe più di una carta. A richiederle all’ex gestore, la Centro Nuoto Sulmona, è stato lo stesso Comune che, pure, è proprietario dell’impianto e in quanto tale dovrebbe essere il naturale detentore delle autorizzazioni e delle certificazioni.
Tant’è che ieri, dopo l’articolo pubblicato dal Germe, la Centro Nuoto Sulmona ha scritto una lettera al Comune nella quale sottolinea che quanto era di sua competenza e in suo possesso è stato messo a disposizione dei nuovi gestori. E che insomma le certificazioni degli impianti elettrici, idrici, sanitari, antincendio e soprattutto urbanistiche, dovrebbero essere nelle mani del proprietario, ovvero del Comune, e che è quanto meno singolare, oltre che inutile, richiederle a loro.


Ma a preoccupare di più, soprattutto per i risvolti che potrebbe avere sui tempi della riapertura, è la presunta assenza dell’agibilità e quindi del collaudo dell’impianto. La piscina esterna, anzi, sembra non sia neanche accatastata. Ipotesi che se dovessero risultate fondate, oltre a rendere di fatto complicatissima la riapertura, aprirebbero un fronte giudiziario e risarcitorio, legato nella sostanza alla potenziale nullità della gara d’appalto esperita dal Comune e vinta dalla Roma Nuoto (che potrebbe quindi chiedere un risarcimento).
“Nel caso di specie, il Comune di Sulmona (ente proprietario del bene) ha inteso addirittura bandire la gara per l’affidamento della gestione dell’impianto natatorio nel 2019 – scrive la Centro Nuoto Sulmona -, naturalmente generando nei concorrenti un più che legittimo (oseremmo dire ovvio!!!) affidamento circa la esistenza e regolarità di tutta la documentazione urbanistica e tecnica riguardante il bene oggetto di gara”. Un po’ come vendersi la Fontana di Trevi, insomma.


In questa vasca agitata di carte e autorizzazioni, galleggia poi la non secondaria questione dei lavoratori e dell’utenza: gli 8 dipendenti, ormai ex, della Centro Nuoto sono stati licenziati il 27 maggio scorso dopo la riconsegna dell’impianto da parte della società. Avrebbero dovuto essere assorbiti dal gestore entrante che, però, non ha ancora proceduto al passaggio, non avendo ancora la disponibilità formale della piscina. La Cisl si dice pronta a denunciare i responsabili di questo inadempimento che, nei fatti, questo mese (e si spera solo questo mese) lascerà senza stipendio almeno otto famiglie (più tutti i collaboratori). Secondo la stessa Centro Nuoto, che ha invitato il Comune ad accelerare i tempi della consegna per tutelare proprio i suoi ex lavoratori, il contratto deve essere firmato entro il 23 giugno, pena la decadenza della sentenza del Tar. Anche perché nel frattempo le utenze della piscina continuano ad essere intestate all’ex gestore a cui, tra l’altro, devono essere ancora corrisposte due mensilità dei contributi comunali.


A bordo piscina restano poi 120 atleti e 60 utenti disabili che, con l’abbonamento già pagato in tasca, non sanno quando e se potranno tornare in vasca.
Dal canto suo, tornando all’impianto, la Centro Nuoto si tira fuori da ogni responsabilità sullo stato dell’arte, perché contrariamente a quanto diffidato il giorno della riconsegna (fatta tra l’altro senza l’ausilio di un tecnico in grado di verificare il funzionamento degli impianti), all’Incoronata sarebbero entrate persone “senza titolo alcuno. Tali circostanze – conclude la Centro Nuoto – determinano il definitivo venir meno di ogni responsabilità da parte della scrivente in ordine al corretto funzionamento dell’impianto”.
Insomma: un’altra prestazione “olimpionica” del Comune di Sulmona.

4 Commenti su "Mancano le carte, la piscina affoga nella burocrazia"

  1. Il paradosso…il comune proprietario dell’ impianto non è in possesso della documentazione della sua proprietà…scusate il giro di parole… ne tantomeno di che cosa è proprietario…vedesi piscina esterna. Mah non ci sono né parole ne aggettivi x questa amministrazione…. è come uno che possiede una moglie e chiede ad un altro il certificato di verginità di sua moglie. Mah….

  2. bene,sotto gli occhi di tutti l’inconcludenza,inefficienza,incapacita’,inutilita’ dell’attuale consiliatura.le responsabilita’di quanto accade hanno nome ecognome,gli impianti dell’Incoronata,tutti nessuno escluso,sin dall’apertuta hanno creato problemi,soprattutto sull’uso,contratti,canoni,gestione,ecc,le vicissitudini,piu’ disaventure sono state
    raccontate da i mezzi di informazione,tutti gli aventi ruolo, dai politici e fino all’ ultimo dipendente comunale hanno fatto finta di niente,controllori e controllari tutti con gli occhi chiusi,tutti con un proprio “ritorno”,molti per pura vanita’,ora con l’arrivo di gestori con gli occhi aperti,si scopre il gioco delle carte,che non sono 3,ma di piu’…facile previsione,denunce,inchieste,risarcimenti,ecc,ecc naturalmente tutto sara’ pagato dai Contribuenti,giusto il suggerimento del nuovo Masaniello:lanciafiamme,subito l’autorizzazione,
    o no?

  3. Fabio Forcucci | 9 Giugno 2020 at 16:09 | Rispondi

    Mi domando: ne mese di Agosto 2019 sono stati fatti sottoscrivere abbonamenti annuali per l’attività natatoria 2019/ 2020.
    Se la convenzione scadeva a dicembre 2019 come è stato possibile tutto ciò?

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