Medici dell’Esercito in Alto Sangro, ira di Pietrucci e della Cgil L’Aquila

Un trucco meschino e grave. Così il consigliere regionale dem, Pierpaolo Pietrucci, etichetta la richiesta della Asl1 Avezzano-Sulmona-L’Aquila dell’intervento dei medici dell’Esercito per colmare l’assenza della Guardia Medica in Alto Sangro. Pietrucci parla di fuga dalle proprie responsabilità da parte del Direttore, Ferdinando Romano, che ha scritto una lettera indirizzata al Capo di Stato Maggiore per la richiesta dei “camici in mimetica”.

“La mobilitazione dell’Alto Sangro – spiega Pietrucci – promossa dai Sindaci, dalla CGIL, dai cittadini che in migliaia stanno firmando per chiedere – anzi pretendere, come è giusto che sia – di garantire il servizio di continuità assistenziale (ex guardia medica) per Pescasseroli, Pescocostanzo e Castel di Sangro va risolta con atti definitivi e coerenti. Invece, chiedendo l’intervento provvisorio dei medici dell’esercito, non solo si ammette il fallimento, ma si prende in giro la gente perché fra qualche settimana tornerà tutto come prima”.

“Negli anni passati – conclude – divenne famosa una parodia dell’allora sindaco di Roma, Alemanno, che per ogni esigenza del Comune (da una spolverata di neve al problema dei rifiuti) se ne usciva gridando “Chiamo Esercito!”. Qui non c’è proprio niente da scherzare, invece. Non si gioca con la vita e la salute delle persone. L’esercito è una preziosissima risorsa di competenze, generosità e capacità di intervento: ma è giusto che operi nelle emergenze e non sostituendosi agli Enti locali nella loro amministrazione quotidiana. A garantire i diritti dei cittadini deve pensarci la politica intervenendo con soluzioni giuste, coraggiose e prendendosi le proprie responsabilità: ed è quello che faremo con Luciano D’Amico governando il futuro della Regione”.

“Se tale decisione dovesse trovare conferma sarebbe di una gravità inaudita e nel contempo rappresenterebbe una offesa per tutte le popolazioni che vivono nelle aree interne sentendosi trattate in termini emergenziali”. E’ questo il commento del Segretario Generale della Cgil L’Aquila, Francesco Marrelli. “L’intervento militare in un’area che necessita di ben altre scelte ed attenzioni è la manifestazione plastica del totale fallimento della capacità amministrativa e programmatoria della Direzione Strategica della Asl – prosegue – e dell’Assessore Regionale alla Sanità, nonché il fallimento della politica nell’individuazione del Direttore Generale che, come è noto a tutte e tutti, è di nomina ed appartenenza politica delle maggioranze che si susseguono al governo della Regione Abruzzo”.

Marrelli bolla come “palese” il disinteresse verso i bisogni della comunità altosangrina. “Conta più una tessera di partito del diritto alla salute e alle cure, conta più una carriera personale della dignità delle persone, conta più un conto economico della vita di chi si ammala”, incalza il Segretario Cgil.

“L’utilizzo dell’esercito – conclude – avviene di norma nelle fasi emergenziali e noi di nuovo ripiombiamo in quella condizione, ma questa volta a causa di scelte sbagliate, parziali e approssimative, a causa di una inammissibile disattenzione e sottovalutazione. Infatti, non siamo in emergenza per eventi eccezionali ed improvvisi o per calamità naturali, ma semplicemente perché chi avrebbe dovuto svolgere il suo dovere non l’ha fatto, mortificando un intero territorio ed una popolazione che continua a vivere una condizione di precarietà ed abbandono. L’utilizzo delle forze militari è un atto grave, è l’ammissione di responsabilità di un fallimento preannunciato, aggravando quel senso di precarietà e smarrimento che da troppo tempo attanaglia la popolazione del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise. Le aree interne meritano attenzione e non la dichiarazione dello stato di emergenza attraverso la presenza dell’Esercito. Si risponde alle necessità dei territori con la capacità di programmare gli interventi, con la consapevolezza dei bisogni e con la conoscenza del territorio, tutti fattori estranei a questa Direzione Strategica della ASL e alla Regione Abruzzo. Interventi temporanei e sconclusionati solo per sbarcare la prossima competizione elettorale non servono a nulla, non riconsegnano dignità alle persone, ma producono ulteriori danni, rischiano di generare un vulnus non più recuperabile”.

“Nell’Asl1 si sta verificando nuovamente un blocco del ricambio generazione dei medici delle cure primarie – commenta Roberto Santangelo, vicepresidente vicario del Consiglio regionale -. Mentre nelle altre Aziende sanitarie della nostra regione avviene un avvicendamento, cioè il medico che va in pensione viene prontamente integrato, nell’ASL1 Avezzano-Sulmona-L’Aquila questo non si verifica”.

“Il rischio di dover fronteggiare una carenza di medici di medicina generale – conclude Santangelo – crea un nocumento all’utenza oltre che una disparità di trattamento sanitario a livello regionale. Rivolgo, quindi, un caloroso appello al Direttore generale, prof. Ferdinando Romano, affinché sblocchi prontamente questa incresciosa situazione”.

1 Commento su "Medici dell’Esercito in Alto Sangro, ira di Pietrucci e della Cgil L’Aquila"

  1. E con l’autonomia differenziata, con cui viene svenduto ulteriormente il sud-Italia, sarà tutto ancor più bello e funzionante!
    Ma è quello che evidentemente meritiamo di avere…

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