Modello Sulmona per Casa Italia. Pratola messa alla porta

La strada è lunga e il cammino è appena iniziato, ma solo idealmente, visto che lo stesso capo dipartimento del progetto Casa Italia, Giovanni Marino, non se la sente di dare tempi e scadenze e ammette che, al momento, di finanziato c’è solo la parte sperimentale con 25 milioni di euro per dieci città (guarda il video -Casa Italia- nella sezione “de visu”) tra le quali rientra Sulmona. Si e no 2,5 milioni insomma, che Sulmona deve ancora decidere dove investire.
Però le intenzioni sono le migliori e i soldi, dice il presidente della Regione Luciano D’Alfonso oggi in visita prima a Sulmona e poi in riunione a Pescara sull’argomento, sono tanti: 7 miliardi di euro l’anno per dieci anni. “Non sono soldi in dotazione al dipartimento – lo corregge il rappresentante della struttura di missione di palazzo Chigi – ma il governo si è impegnato a dotare l’opera di messa in sicurezza del Paese con somme consistenti”.
Quali e quante saranno si vedrà, per il momento, però, il risultato è che, almeno, si comincia a parlare e pensare alla prevenzione, anche perché l’opera di ricostruzione, il senno del poi, non potrà essere più coperta con tante risorse in futuro. Meglio prevenire, insomma: è una questione di sicurezza, ma anche economica.

(l’incontro a Sulmona)

“Quello messo in campo dal governo è un programma pluriennale e normativo basato su dati oggettivi – ha detto il presidente D’Alfonso – che ha l’ambizione di fare prevenzione evitando di fare dopo, quello che, nella malaugurata ipotesi di fenomeni sismici o di altre calamità naturali, verrebbe a costare almeno dodici volte di più considerando sia eventuali interventi emergenziali che quelli deputati alla ricostruzione”.
Il lavoro da fare è tanto, perché prima delle “tute sporche di cemento”, per usare le parole di D’Alfonso, occorrerà predisporre piani e studi che indichino luoghi e modi per intervenire. “In questo Sulmona è stata un esempio – hanno ribadito tanto D’Alfonso, quanto Marino – perché grazie alla mobilitazione dei professionisti, costituitisi in associazione (Sulmona città sicura), è stata già fatta una mappatura (o meglio si sta facendo) sulla quale lavorare”.
Da Sulmona dovranno prendere esempio le altre città che verranno coinvolte nel progetto Casa Italia, “tre o quattro che meritano di essere considerate”, ha detto D’Alfonso, ma dalle quali, nonostante l’annuncio prima delle elezioni di giugno (guarda il video -Pratola in Casa Italia- nel nostro canale YouTube), è sparita Pratola Peligna.

(l’incontro a Pescara)

Tant’è che oggi al tavolo di Casa Italia, a Pescara, sono stati invitati i sindaci di Penne, Atri e Lanciano ed un’apertura, D’Alfonso, la fa anche su Guardiagrele. Ma niente, neanche più un accenno a Pratola. “Siamo costretti a pensare che lo slancio particolare di quell’occasione fu dettato solo ed esclusivamente da motivazioni di carattere elettorale – denuncia il sindaco Antonella Di Nino -. Anche Pratola dispone dei requisiti per entrare nel piano messo in piedi dal governo sulla prevenzione sismica, e pur consapevole dei passaggi complessi che stanno dietro alle scelte operative, se dovessero aprirsi degli spiragli su un nuovo elenco di comuni chiedo alla Regione di fare senza esitazioni la sua parte. Sugli interessi del mio paese, starò lì a martello a ricordare parole e promesse”.
Di tempo ed elezioni di mezzo, ce ne sono…

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