Moria di pesci a La Quaglia, nessun inquinante

E’ asfissia la causa della moria di pesci che a novembre scorso era stata scoperta nel laghetto La Quaglia a Raiano. L’Arta ha consegnato le analisi alla polizia provinciale che ha condotto le indagini. Dai risultati non è stato riscontrato, fortunatamente, nessuna forma di inquinante nello specchio d’acqua. Come era stato ipotizzato, infatti, le numerose carpe trovate senza vita sul pelo dell’acqua hanno risentito della mancanza di ossigeno. Sono state solo le più grandi, infatti, a morire, quelle bisognose di maggiori sostanze vitali.

L’assenza di ossigeno è stata dovuta al caldo torrido dell’estate scorsa che ha contribuito ad asciugare di molto lo specchio d’acqua insieme all’attivazione dei canali irrigui a servizio delle campagne. Il laghetto La Quaglia è, infatti, alimentato sia da una piccola falda acquifera sia dall’acqua destinata a questi canali di cui, una volta aperti, deve fare a meno. L’estate scorsa ciò ha comportato effetti disastrosi perché la falda ha un ricambio talmente lento che da sola, e senza il supporto delle piogge, non permette il ricircolo d’acqua.

Non è il primo caso di effetti collaterali del caldo. A pagare il prezzo delle alte temperature è stato anche il fiume Aterno, totalmente prosciugato durante la bella stagione nel tratto da Molina verso Acciano preoccupando la Valle Subequana.

 

2 Commenti su "Moria di pesci a La Quaglia, nessun inquinante"

  1. Antonio LA Quaglia (Votantonio) | 14 Febbraio 2018 at 09:13 | Rispondi

    Bisogna anche vedere se oltre ai prelievi agricoli quell’acqua non arriva più per altri motivi, o si sa già? SI sa se vi sono stati anche interventi di pulizie od altro tipo di asportazione di vegetazione? Questo perché una minore copertura vegetale può facilmente influire sulla carenza di ossigenazione ed un aumento delle temperature dell’acqua.

  2. A volte capita che piove e la pioggia trascina abbondante melma che viene trasportata dagli emissari e si riversa nel laghetto. Mettici la scarsità di acqua che possa diluire il soluto fangoso,il quale va a depositarsi sulle branchie,soffocando i pesci. Io ho fatto il pescatore da diporto con regolare licenza di pesca, a spinning, e frequentavo soprattutto il Sagittario. Durante l’estate il livello del fiume si abbassa di molto,tanto che solo le pozze potevano contenere un poco d’acqua.Quella che scorreva era ridotta ad un rivolo. Ecco che un temporale di quelli estivi trascinava con sé melma e con essa residui fognari. Mio malgrado assistevo ad una moria di trote da desertificare in pesci il fiume stesso. Del fenomeno a nessuno interessava più di tanto. Lo stesso sarà capitato alla Quaglia di Raiano?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo mail non verrà mostrato.


*