Nico e quella carezza dal volto umano

Nell’ambiente sono considerati due “duri”, caposquadra esperti e competenti che non si tirano indietro negli scontri che spesso hanno durante manifestazioni e proteste. E per chi se li ricorda, i gemelli Ivo e Nico Gabriele, erano così anche quando vivevano a Sulmona, dove hanno trascorso tutta l’adolescenza prima di entrare in polizia.
Eppure quella scorza dura si è sciolta ieri in piazza Indipendenza a Roma con un abbraccio immortalato da un’agenzia fotografica e che ha già fatto il giro del mondo.
Il sulmonese Nico Gabriele, 48 anni e due figli, è in particolare il protagonista di quel gesto, quell’abbraccio ad una donna eritrea che piange dopo lo sgombero fatto ad un centinaio di rifugiati politici che stazionavano, dopo essere stati sgombrati da una palazzina vicina, nei giardinetti di fronte alla stazione Termini da sabato scorso.
Al Corriere.it Nico racconta il motivo di quel gesto: “Mi sono avvicinato a una di loro e l’ho accarezzata per rassicurarla che le avrebbero trovato un posto dove stare. I miei colleghi, anche se nelle immagini non si vede, hanno fatto lo stesso” e anche quanto quel gesto abbia inorgoglito il figlio che lo ha chiamato dopo aver visto la fotografia dicendogli di essere fiero di lui.
Nico, dopo le dichiarazioni rilasciate al Corriere, al momento preferisce non commentare; anche perché gli scontri di Roma sono ora al centro del ciclone mediatico e politico per una frase, di tutt’altra natura, che un suo collega ha pronunciato durante lo sgombero (“se tirano qualcosa, spaccategli un braccio”), frase per la quale è stata aperta ufficialmente un’inchiesta.
Per una volta la faccia buona della medaglia porta l’effige di un sulmonese.

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