Niente investimenti, né funzionari, né sede: la fuga della Soprintendenza da Sulmona

La sede è chiusa da anni, inaccessibile persino ai turisti e nonostante sia tra le più belle in Italia. Di fatto, in realtà, la Soprintendenza Belle Arti è sparita da Sulmona. Sfrattata, paradossalmente, dal Polo museale abruzzese, che fa parte dello stesso ministero, e che si è ripreso i locali dell’Abbazia Celestiniana.

A scorrere i contatti della Soprintendenza, d’altronde, si capisce che in sordina, ma inesorabile, l’ente ha fatto le valige da Sulmona: una sfilza di prefissi dell’Aquila e di Avezzano, senza neanche più uno 0864 e l’impossibilità di avere un contatto nel capoluogo peligno.

Le poche visite che vengono fatte dai funzionari, se va bene una volta alla settimana, si appoggiano all’Archivio di Stato, ma che l’ente abbia deciso di accentrare nel capoluogo di regione tutte le funzioni, è evidente anche dal fatto che il personale andato in pensione a Sulmona, non è stato mai rimpiazzato.

Il funzionario addetto a Sulmona centro, d’altronde, riceve solo all’Aquila, con la conseguenza che i tecnici locali prima di avere un nulla osta, anche per la pratica più semplice, devono aspettare in media cinque o sei mesi, rispetto ai due che servivano fino a qualche anno fa.

Un’assenza che non è solo fisica, ma anche di attenzione: nella seconda città più importante d’Abruzzo dal punto di vista storico-architettonico e dove la vulnerabilità sismica è elevata, non si vedono più fondi e programmazione da anni. L’ultima voce in bilancio risale al 2017-2018, quando furono inseriti gli interventi sulla cattedrale di San Panfilo, Porta Napoli, l’acquedotto medievale, la Rotonda di San Francesco, la chiesa di Santa Caterina e palazzo Meliorati, nessuno di questi interventi, dopo sei anni, non solo realizzato, ma neanche arrivato alla gara d’appalto.

E d’altronde, c’è poco da meravigliarsi, se un altro intervento, come quello su palazzo Annunziata, finanziato da sette anni e con due progetti definitivi consegnati, non vede ancora la luce. La Soprintendenza è semplicemente latitante, sparita, appunto, nella città nella quale dovrebbe essere più presente.

21 Commenti su "Niente investimenti, né funzionari, né sede: la fuga della Soprintendenza da Sulmona"

  1. Per riaccendere i fari dell’Eremo nessuno sapeva chi avesse le chiavi del box dove si trovava il quadro elettrico.
    , nell’área archeologica nel tempio di Ercole curino. I volontari hanno Provato a contattare la soprintendenza a L’Aquila e a Chieti, stiamo aspettando ancora informazioni. Si è dovuta forzare la serratura, come ladri. Ormai siamo stati dimenticati. siamo buoni solo a ricevere prescrizioni…

  2. “Si è dovuta forzare la serratura”… io vi forzerei le mani!

  3. C’e’ancora qualcuno che non ha capito.che dobbiamo sganciarci dalla provincia di l” Aquila?
    Cos’altro deve succedere?Un bel referendum cittadino
    potrebbe essere una soluzione
    E’ innegabile che per noi non c’e’speranza col tutto il patrimonio che abbiamo dobbiamo soccombere alla strafottenza ed alla rapacita’ del capoluogo
    Diciamo basta una volta per sempre

    • Hai ragione, sono anni che ne parlo…pero’non basta parlare, ci vogliono i fatti… primo: Non contare sui politici, perche’ loro sono compromessi… Dobbiamo noi cittadini sensibili, a organizzare il tutto con competenze e convinzione,
      ..sono disponibile…

  4. Forse il Germe avrebbe voluto valorizzare l’enorme lavoro svolto dalla Soprintendenza dell’Aquila nella ricostruzione post sisma 2009 2016, con il personale di sempre,vero? E comunque le sedi in Abruzzo sono 2: Chieti per province CH e Pe; L’Aquila per AQ e TE. In tutta Italia sono 43. Anche cambiando provincia o magari regione non cambierebbe nulla per Sulmona.

    • Non è così! Qui non si parla di “Soprintendenza di Sulmona”! Si parla di sede distaccata, come negli altri principali comuni abruzzesi: Avezzano, Teramo, Vasto, Lanciano!
      È bene informarsi prima di parlare!

  5. A volte ritornano!!

  6. Ma qualcuno ricorda quante persone lavoravano per la Soprintendenza in Corso Ovidio negli “anni belli” e cosa hanno prodotto per questa citta’? Quanti fotografi aveva a disposizione per fate cosa? ….

  7. Spero per te che tu non sia un sulmonese.

  8. Campanilismo e rispetto | 25 Agosto 2023 at 14:32 | Rispondi

    Evidentemente la cultura rappresenta una possibilità di sviluppo e rinascita solo per alcune città, perché lasciare all’incuria e all’oblio un patrimonio architettonico di così innegabile e inestimabile valore cos’altro può significare se non questo? Valorizzarlo è un dovere per quelli che amano davvero, e davvero vogliono tutelare arte e cultura, a prescindere da dove queste espressioni meravigliose dell’ingegno umano si trovino (o forse è proprio quello il problema?). Un dovere per il valore intrinseco, per la storia che raccontano, per le potenzialità di sviluppo che racchiudono, in una città che quelle potenzialità le ha, basterebbe volerle vedere. Per questo mi fa sorridere la reprimenda e la lezioncina del presidente di regione, sul rispetto e sul campanilismo.E’ una forma di rispetto, l’abbandono di queste opere d’arte? È rispetto l’indifferenza per quello che alla città potrebbero portare? Non è campanilismo la frenesia di una giunta regionale, che eletta con i voti di tutto il territorio e pagata con le tasse di tutto il territorio,si occupa solo delle città di riferimento? Una provocazione per le elezioni regionali: le città piccole, i paesi dell’entroterra, i centri maggiormente in declino dovrebbero coalizzarsi per proporre un loro candidato presidente, forse l’unica possibilità per non essere destinate all’oblio.

  9. SalviamoSulmona | 25 Agosto 2023 at 19:05 | Rispondi

    La creazione di Aree Funzionali Urbane è un modo per ridare giustizia al territorio abruzzese notoriamente squilibrato a causa di scelte vergognose e di parte poste in essere a suo tempo al solo scopo di favorire questo o quel territorio con l’evidente risultato di aver ottenuto un vero e proprio scempio che è sotto gli occhi di tutti, basta prendere una cartina geografica che metta in evidenza i confini proviciali e il gioco è fatto. È tempo di prendere decisioni coraggiose dopo anni di indifferenza verso detti territori.
    I sindaci della vallata si facciano promotori di una proposta di legge “seria” che renda finalmente giustizia alla nostra terra.

  10. Ripeto, le chiacchiere servono solo a placare gli animi…

  11. Per alcuni sulmontini tutto ciò che succede nella città è sempre colpa del capoluogo. Se non erro abbiamo eletto politici a livello comunale e regionale, se non stanno facendo nulla per i problemi di Sulmona la colpa è esclusivamente la loro. Ricordiamocelo prima di scrivere sempre solite cavolate.

  12. Fondi e fondi | 28 Agosto 2023 at 13:49 | Rispondi

    “Biondi non interpreta i valori della destra ma solo quelli del capitalismo commerciale. Spende i soldi della ricostruzione. Propone una buona idea ma non per la Perdonanza, per l’incontinenza…” Vittorio Sgarbi, sottosegretario alla cultura.
    “… I fondi della ricostruzione non possono essere spesi pensando di disporre di un bancomat illimitato e senza pensare di dover rendere conto a nessuno, in questo caso agli italiani… Stefano Palumbo, consigliere comunale dell’Aquila.
    Non esattamente Sulmonesi invidiosi…

  13. Campanilismo e rispetto | 28 Agosto 2023 at 15:46 | Rispondi

    Signor Aldo, era un discorso diverso, complesso e nuovo, su alleanze trasversali, al di sopra delle parti politiche, tra borghi, città piccole e medie per contare di più in regione e impostare maggiormente il focus sulle loro esigenze e le loro prospettive di crescita,in maniera più analitica, efficace e risolutiva. Ora,mi sembra evidente più che mai, che le priorità sono altre, ci sono esigenze di alcune città specifiche da rispettare e legittime aspettative di altri territori, molto, molto in secondo piano.

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