“Non è indigente”. Permesso per il lavoro negato dal giudice: 44enne resta ai domiciliari

La sua posizione non è assolutamente di indigenza, e per questo motivo non gli sarà concesso recarsi al lavoro. Il Gip del Tribunale di Sulmona, Alessandra De Marco, ha negato l’autorizzazione per andare a lavorare al 44enne indagato per atti persecutori verso la sua ex coniuge e verso i familiari della donna. Le condizioni reddituali e patrimoniali dell’uomo, attualmente agli arresti domiciliari, sarebbero tali da permettere al soggetto di poter condurre la propria vita senza la necessità di svolgere la propria professione.

Il giudice per le indagini preliminari ha comunque concesso all’uomo l’autorizzazione per continuare a seguire il proprio percorso di cure, fuori la propria abitazione.

L’indagato rimane quindi confinato nella propria abitazione dopo le violazioni plurime al divieto di avvicinamento alla donna.

All’uomo era stato imposto il divieto di avvicinamento alla ex moglie a causa dell’inferno che la donna aveva vissuto tra il 2021 e il 2023. Minacce, scritte e vocali, con telefonate nel cuore della notte e una media di 50 messaggi Whatsapp al giorno che hanno trasformato la vita della donna in un incubo. L’uomo, inoltre, sarebbe stato solito presentarsi sul luogo di lavoro della ex coniuge. A ciò si aggiunge un’aggressione, nei confronti della donna e dei propri congiunti, avvenuta lo scorso 12 luglio e sedata solo grazie all’intervento dei Carabinieri della Compagnia di Sulmona.

Negli ultimi mesi l’uomo avrebbe inoltrato alla donna messaggi dal contenuto minatorio: “Se mi scateno succede un macello. Divento una belva e prendo l’ascia di mio nonno. Non lo so come reagisco”.

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