Orsa Amarena, minacce sui social ad Andrea Leombruni: 136 persone finiscono sotto indagine

Sono 136 le persone che risultano indagate per insulti e minacce rivolte sul web a Andrea Leombruni, l’uomo di San Benedetto dei Marsi che lo scorso 31 agosto uccise con un colpo di fucile l’orsa Amarena.

Individuati dalla polizia postale, risultano ora formalmente indagati dalla procura della Repubblica di Avezzano i responsabili delle minacce anche di morte che dal giorno del tragico evento perseguitano Leombruni. A renderlo noto l’avvocato dell’uomo, egli stesso oggetto di telefonate minatorie, che spiega come il pubblico ministero deciderà se rinviare a giudizio i responsabili solo dopo aver letto le motivazioni dei messaggi che verranno depositate in tribunale.

Il Procuratore capo della Repubblica è in attesa di ricevere le perizie disposte sull’animale per ricostruire l’esatta traiettoria del colpo di fucile rispetto alla posizione dell’indagato, e quelle disposte sui cellulari dell’uomo e di sua moglie alla ricerca dei messaggi scambiati tra i due in quei tragici momenti.

Dal giorno dell’uccisione di Amarena, orso simbolo del Parco Nazionale dell’Abruzzo, Lazio e Molise, Andrea Leombruni fu raggiunto da minacce di morte che lo costrinsero a vivere per venti giorni sotto scorta, spaventato anche per la sua famiglia non risparmiata dagli attacchi minatori.

“Ho sbagliato, l’ho capito subito dopo aver esploso il colpo. I carabinieri li ho chiamati io. Ci devi passare per capire quello che sto provando”, così si difese Leombruni all’indomani dell’uccisione dell’orsa Amarena e che oggi, da carnefice, diventa vittima di una violenza di cui i responsabili sono stati chiamati a rispondere nelle aule di tribunale.

9 Commenti su "Orsa Amarena, minacce sui social ad Andrea Leombruni: 136 persone finiscono sotto indagine"

  1. Sergio Mattajella | 15 Dicembre 2023 at 16:06 | Rispondi

    Se non si chiudono questi tribunalini è un disastro.

    • Santo Umberto Eco | 15 Dicembre 2023 at 16:16 | Rispondi

      Ma che centrano i tribunalini…pensi che a Milano non avviavano le indagini? qui vanno chiusi i social o impedire anche allo scemo del villaggio di utilizzarli per sparare minchiate…

      • Sergio Mattajella | 15 Dicembre 2023 at 18:16 | Rispondi

        Si ma i stribunalini dei bui luoghi marginali non si fanno assolutamente sfuggire queste scazzate,per ingaggiare come comparse gli imputati che hanno scritto queste grandiose offese e sceneggiare procedimenti penali almeno SE LI FANNO PAGARE DAL BILANCIO DEL MINISTERO,E SI GIUSTIFICANO ANCHE GLI STIPENDI CHE PIGLIANO.

        • Vorrei che solo tu,
          il giorno che ti serve,
          lo trovi chiuso, e giù,
          a sfogar la tua verve.

          Ma proprio non capisci
          lo sbaglio che commetti ?
          Ti piace e ci riesci
          a reggere gli insulti ?

          Eppoi un Tribunale
          è luogo di giustizia
          e chi gli vuole male
          è sol per sua mestizia.

          Come per ogni cosa,
          sol quando è perduta
          l’amate come sposa,
          ahimé ormai caduta.

          • Questoquello | 16 Dicembre 2023 at 10:53 |

            Che palle che sei ti credi erudito e invece sei solo un dito, nell’indove immagina pure il come.
            E basta cà nn fa’ n rid e n piagn fa sol vumtà.

  2. si ma se tutti sanno che sono leoni da tastiera o scemi del villaggio perchè preoccuparsi? il social è come un bar solo che nel bar le chiacchiere scompaiono mentre on line tutto resta tracciato. abbiamo un sistema giudiziario ancorato all’epoca in cui i social non esistevano. altrimenti in ogni bar ci sarebbero state denunce . o sbaglio? va depenalizzato l’insulto virtuale.

    • Sergio Mattajella | 15 Dicembre 2023 at 18:18 | Rispondi

      Si ma lo perseguiscono specialmente in Italia, non per fare giustizia ma perché genera introiti in soooooldiiiii

      • Se guardi un poco in rete
        tu capirai che sbagli:
        voi italiani avete
        dell’estero gli abbagli.

        Franci’e Germania invero
        puniscono gli insulti
        assai più che credevo:
        vengono dagli stolti.

    • Mi auguro che lei non debba subire e quindi sopportare gli attacchi, la rabbia e le offese che si esprimono sui social. Giusto che siano state querelate rispondendo, come il soggetto che ha sparato all’orso, delle loro azioni. A nessuno e’ consentito offendere e minacciare altri a prescindere da cosa siano imputati e non condannati

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