Pala e piccone, volontari marciano contro le fiamme

Hanno detto basta, di vedere la loro montagna bruciare nell’indifferenza non ce la fanno più. Così questa sera una ventina di persone della frazione di Bagnaturo e delle Marane, molti del comitato delle frazioni, hanno preso pala e piccone e sono andate ad aggredire il fuoco. A piedi. Niente aerei ed elicotteri, niente raccomandazioni governative ed esercito: “Basta poco – dicono – pala e piccone e un po’ di amore per questa terra”.
A piedi sono partiti dalla chiesa delle Marane dove il presidio dei soccorsi è sparito da questa mattina e sono saliti fino al fronte delle fiamme del Vallone dell’Inferno e lì hanno già fermato una lingua di fuoco che avanzava. “Ora ci dirigiamo verso la chiesetta di San Pietro – continuano – è una vergogna che quello che si poteva fare con molta facilità e buona volontà non sia stato fatto: cioè battere il terreno per evitare l’effetto brace”.
Non sono i soli che si stanno organizzando: anche a Pratola si stanno costituendo delle squadre di azione per difendere dalla minaccia delle fiamme la Casa delle Vacche e non è escluso che il la dato dai volontari delle frazioni diventi contagioso.
“Noi siamo qui – dicono i venti spalatori – siamo qui fino a notte, chi ci vuole raggiungere è il benvenuto. Più siamo prima schiacciamo la testa a questo demone che sta distruggendo la nostra terra”.
Non è chiaro se l’operazione sia perfettamente lecita: tecnicamente non esiste un divieto a salire in montagna, ma la responsabilità delle operazioni di spegnimento sono comunque in carico ai vigili del fuoco e in particolare ai Dos (direttore operazioni spegnimento).
Gli spalatori, però, non si lasciano certo intimorire da eventuali divieti: “Questa è la nostra terra”, ripetono.

Intanto dalla sua poltrona il presidente della Regione Luciano D’Alfonso annuncia la convocazione di un tavolo istituzionale che porti rapidamente al rimboschimento delle aree colpite da incendi. Ma è contro di lui, dopo oltre tre giorni di fiamme e fumo, che si scagliano ancora le forze politiche: Italica polemizza per le passerelle della politica, dalla Pezzopane allo stesso D’Alfonso, sugli annunci di militari mai arrivati e l’assenza di mezzi sufficienti per fronteggiare l’emergenza. I Socialisti, invece, chiedono di munire la regione di un efficiente sistema di prevenzione e intervento, di riparare ai danni fatti e di non alzare bandiera bianca.

Di certo, una bandiera, che gli spalatori volontari non hanno issato.

7 Commenti su "Pala e piccone, volontari marciano contro le fiamme"

  1. Gli abruzzesi….forti e gentili….ancora una volta!!!!!!

  2. E’ possibile creare una pagina facebook per dare maggiore visibilità a questa iniziativa e che consenta, a chi lo desidera, di prendere contatti col gruppo di volontari?

  3. Dal sito http://www.rete5.tv/index.php?option=com_content&Itemid=2&task=view&id=39594

    SULMONA – Riceviamo e pubblichiamo da un nostro lettore un “malinconico pensiero”, così come lui stesso lo ha definito, cioè un ricordo di un incendio simile che si sviluppò circa 30 anni fa e che venne spento via terra da volontari e militari.

    “Trenta trentacinque anni fa …
    … stesso incendio, sviluppatosi grosso modo nella stessa zona centrale del bosco. Si alternarono tre plotoni di militari (200 persone circa) e credo altrettanti volontari delle Marane e di Sulmona (io avevo 18-20 anni, come gli amici con i quali ero, nessuno ci ha detto niente, siamo arrivati dalle parti del Villanito e ci hanno messo in mano una frusta, dicendo: “mettetevi là e aspettate!”). Venivano fornite pale, picconi, accette, fruste di gomma (fatte con strisce di camera d’aria delle ruote delle macchine) e motoseghe. Tutti disposti in posti strategici per togliere energia al fuoco: creando delle zone aperte, tagliando quindi gli alberi per impedire che il fuoco si propagasse; scavando trincee dove possibile o innalzando cumuli di terra. Questo in relativa sicurezza, cioè prima che il fuoco arrivasse in quelle zone, ed una volta arrivato si doveva battere con le fruste nei punti in cui provava ad attecchire tra le sterpaglie non avendo più la possibilità di passare da ramo a ramo, quindi d’alto. Particolare attenzione fu riservata al punto di valico tra il Villanito e le Vicenne, in quella strettoia, alla sommità del canalone che sale vicino il Casino Pantano, dove si uniscono i due boschi, circa 200-250 uomini hanno creato uno sbarramento ed il fuoco non è passato, né lì né sopra, tanto meno sotto. Senza canadair, senza elicotteri: l’unica acqua che arrivava sopra era portata da motociclisti con moto da trial e taniche legate dietro la schiena, serviva solo per far bere chi lavorava vicino al fuoco. Se non ricordo male due giorni e l’incendio fu spento.

    Oggi …
    … Per prima cosa blindiamo la zona, quindi i 100 uomini tra tutte le forze di polizia, protezione civile, esercito e quant’altro, vengono utilizzati per impedire a chiunque di avventurarsi verso l’incendio, anche perché è pericoloso. Qualcuno potrebbe farsi male bruciato dal fuoco, caduto in un dirupo, inciampato in un tronco o addirittura affogato da un canadair o docciato da un elicottero. Quindi aspettiamo che i mezzi aerei spengano il fuoco, un fuoco di pino e abete, alberi estremamente resinosi, una resina simile alla pece che veniva usata per fare torce che rimanevano accese anche sotto la pioggia (certo non battente). Una resina che può trasportare il fuoco anche attraverso le radici degli alberi (ecco perchè è necessario scavare). Permettiamo comunque che gli abitanti del luogo facciano qualcosa per proteggere le proprie case, con i propri mezzi sulla propria terra … anche perché non so se questo ci compete … la è zona parco … qua è proprietà privata … li è demanio militare … su è terra di nessuno, ma chi ci va là sopra … e quanto mi costa … e chi me la dà una ruspa … mi sa che questa è competenza della Provincia perché la Regione interviene solo al di sopra del 49esimo parallelo, mentre lo Stato con finanziamenti europei può aiutare solo la riproduzione bio della coccinella peligna autoctona del territorio pedemontano di giurisdizione del Parco Maiella. Dopo quattro giorni il fuoco sta facendo il suo dovere: i boschi stanno tutti bruciando, le fiamme sono passate da tutte le parti: sopra, sotto, di lato e di fianco e continua. Adesso sì che i mezzi possono muoversi agevolmente dove tutto è bruciato e non ci sono più ostacoli e si possono fare le foto che evidenziano la distruzione che abbiamo, però, efficacemente protetto da “agenti esterni” che l’avrebbero potuta far venire… così così!

    Conclusione
    Trenta anni fa ad un militare di leva gli davano 2.000 lire (circa 1 euro) al giorno, a tutti quei volontari una pacca sulla spalla e se qualcuno si fosse fatto male non avrebbe denunciato nessuno, ma avrebbe avuto più pacche sulla spalla (sempre che non si fosse fatto male alla spalla). Oggi, che ne parliamo a fare, sarebbe costato un bilancio comunale … però, se avessimo potuto convogliare il fiato di tutte le chiacchiere fatte e che si faranno, sul chi, come, quando e perché di questo incendio l’avremo spento come le candeline sulla torta, torta che spero e auguro sia molto molto amara per gli anni a venire di quei rincoglioniti che l’hanno appiccato”.

  4. bene,ricordo perfettamente l’incendio,la volonta’,l’impegno,la forza di tutti residenti e non,Forze dell’ordine,Vigili del fuoco, spontanei Volontari,( non le ass./coop pagate al servizio del politico di riferimento),tutti con un preciso intento:estinguere ,fermare il fuoco…..oggi esistono i piani di previsione,prevenzione,lotta agli incendi,contratti,appalti,esternalizzazione servizi antincendio inclusi,normative,ecc,ecc tutto dovrebbe funzionare alla perfezione,con ricchi premi alle aziende che forniscono i mezzi aerei,ovvio tutto sulla carta,compreso il piano di prevenzione parco maiella 2015/19 a cura del sig.T.Andrisano ed altri,approvato dall’ente ed applicato, nei fatti nulla,drammatica la realta’,tutto brucia,con la passarella dei politici,consiglieri,assessori,sindaci,
    vice,senatori,presidenti,direttori generali ecc,ecc che fanno solo confusione,totale la disorganizzazione,uomini che guardano impotenti,agli ordini di incompetenti,tranne gli esperti,addestrati ,preparati con piani di intervento precisi,attuabili,idonei agli scopi:
    le Forze dell’Ordine,Vigili del Fuoco in primis,tutto il resto una bolgia di sprovveduti,incapaci,inefficienti,inaffidabili , dannosi per i risultati ottenuti…,ovvie le ragioni,sara’ tutto pagato dai contribuenti,compresi i bonus economici, di vanita’ personale e professionale dei nulla facenti con funzioni di chiacchiere,annunci,note,comunicati stampa…
    con finaziamenti gia’ stabiliti,il tutto in assenza di denari,o meglio ai Contribuenti il conto…o no?

  5. Si parla finalmente di coordinare i volontari.
    Dal sito
    http://www.meteoweb.eu/2017/08/incendio-morrone-il-prefetto-de-laquila-coordinera-gli-interventi/954627/

    Sara’ il prefetto dell’Aquila, Giuseppe Linardi, a coordinare gli interventi straordinari interforze, tra Vigili del Fuoco, Esercito, Carabinieri Forestali, Polizia, Protezione civile e volontari, insieme ai direttori delle operazioni di spegnimento (Dos) per domare l’Incendio in corso sul monte Morrone da sabato scorso.

    Lo ha annunciato il capo del dipartimento nazionale dei Vigili del Fuoco, prefetto Bruno Frattasi, a conclusione del vertice svoltosi questa mattina, nella sede del Coc a Sulmona, su richiesta dell’amministrazione comunale sulmonese. Frattasi ha precisato che al momento sono impegnati 20 vigili del fuoco e 30 volontari, con l’ausilio di due Canadair. Nel vertice si e’ approfondito ogni aspetto della gravissima emergenza Incendio. Nessuno pero’ ha potuto formulare previsioni sui tempi di conclusione delle operazioni di spegnimento.

  6. L’Italia dei tavoli. D’Alfronso ha convocato un tavolo ,intorno al quale si sono ritrovate le autorità locali ,militari,regionali ed il prefetto. A fare cosa,a parlare di cosa? Che c’è l’incendio si vede e come se si vede.Lo abbiamo visto domenica 20c.m. alle pendici del Morrone, solo un pennacchio di fumo. Poi il pennacchio è salito sino alla cima. Di giorno si vede il fumo che sale in cielo,in fondo all’orizzonte che disegna la montagna, di sera l’inferno. Bagliori di fiamme tanto da sembrare l’inferno in terra. Dice bene Pizzola che a nessuno importa più di tanto, nessuno ne parla ,i media tacciono. Solo oggi scarni comunicati con immagini tv in fuga, nemmeno un minuto. Oggi ho osservato per ore il fumo sulla cima, ho visto solo un canadair ,ha versato la sua acqua e poi ha virato verso il pescarese. Non l’ho visto tornare ,né ho visto elicotteri. Ma davvero pensate di domare un incendio di quella portata con volontari muniti di pala e piccone? Siamo tornati al tempo della fionda e della clava? Tutto questo ha prodotto quel famoso(stavo per dire fumoso)tavolo con intorno le tante autorità? Siamo proprio alla frutta.

  7. Lo scenario nella Valle Peligna è come quando vi fu l’eruzione del vulcano Tungurahua ,la cui spessa coltre di fumo impedì i voli aerei. Non sarà come in Ecuador, ma la coltre di fumo avanza sempre più e comincia a dare problemi alla respirazione. Difatti la composizione dell’aria non contempla la presenza di fumo,ma soprattutto di ossigeno il gas principale, non frammisto ad inquinanti. I soggetti sani di polmoni avvertono tosse per irritazione dei bronchi ed iniziali turbe del respiro, figuriamoci coloro che soffrono in condizioni atmosferiche normali di turbe del respiro,come sono gli asmatici. A parte i danni alla salute,c’è in atto una devastazione boschiva senza precedenti.
    Ora va bene i volontari con il piccone e la pala, ma da che mondo è mondo si sa che il fuoco si spegne con l’acqua. Desta meraviglia il fatto che una regione come l’Abruzzo,detto “regione verde d’Europa”, si faccia cogliere ogni estate impreparato,sia nel prevenire incendi boschivi e pedemontani, sia nello spegnerli. (L’autostrada da Pratola a Pescara ,ricca di alberi di ulivo e di vigne, è un braciere spento,tutto arso dalla furia delle fiamme). Non possiede mezzi aerei da impiegare prontamente,non possiede una task force ,magari stagionale ,atta alla bisogna..insomma tutto è lasciato al caso. Poi si scopre che un canadair privato costa 20milaeuro per ora. Una cifra enorme se si sviluppa un grande incendio come quello attuale. Comunque spero che l’incendio venga finalmente domato,prima che l’aria diventi del tutto irrespirabile. E la cosa non sembra del tutto campata in aria.

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