Poche donazioni: la Asl aquilana chiede sangue

Arriva dalla ASL 1 Abruzzo l’invito a diventare donatori del sangue. Un invito che, in occasione della giornata mondiale del donatore che si celebra domani venerdì 14 giugno, l’azienda sanitaria della provincia dell’Aquila rivolge soprattutto ai più giovani per sensibilizzarli su un tema dagli aspetti non solo sanitari ma anche etici e sociali.

Con l’obiettivo di raggiungere l’autosufficienza “fondamentale per trasfusioni e terapie di malattie importanti” spiegano dalla ASL 1 davanti ai numeri delle donazioni che per i globuli rossi hanno fatto registrare nei primi cinque mesi del 2024 una raccolta di 41,4 sacche per 1000 abitanti. Un dato lievemente superiore all’obiettivo nazionale di 40 sacche per 1000 abitanti ma che non deve far abbassare la guardia perché “a causa dell’invecchiamento della comunità, i donatori attivi sono in proporzione sempre meno” a fronte di un numero crescente di pazienti che richiedono trasfusioni.

Un discorso che diventa ancora più urgente per il plasma, la componente liquida del sangue da cui vengono ricavati i medicinali plasmaderivati indispensabili per la cura di diverse patologie, la cui raccolta si scontra con numeri ancora troppo bassi. Perché, se l’obiettivo nazionale per l’autosufficienza di plasma è di 18 kg per 1000 abitanti e la media nazionale raccolta è di 14.4 kg, nella ASL 1 la quantità raggiunta è di 11 kg per 1000 abitanti.

Numeri che spingono la direzione aziendale della ASL 1 guidata dal manager Ferdinando Romano a dedicare la massima attenzione alla realtà delle donazioni cogliendo l’occasione della giornata mondiale del donatore per ringraziare le tante associazioni impegnate nella donazione e per invitare la fascia più giovane della popolazione a fare la sua parte.

Perché, come afferma la dottoressa Anna Rughetti direttore del servizio di immunoematologia e trasfusioni della ASL 1 “il donatore di sangue e plasma è un attore fondamentale del sistema sanitario nazionale poiché il sangue è di esclusiva origine umana e senza di esso si bloccherebbero numerose attività ospedaliere”.

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