Ponte Capograssi, divieto di sosta in attesa delle verifiche

Divieto di sosta su Ponte Capograssi, non si potrà parcheggiare, almeno fino a controlli e riscontri avvenuti. L’ordinanza arriva dopo un vertice, tenuto questa mattina a Palazzo San Francesco, con il vice sindaco Nicola Angelucci e i tecnici, decisione questa per alleggerire almeno il carico sul viadotto, intanto si procederà con i controlli in attesa di conoscere il responso sul ponte cittadino.

Questa mattina in Comune è stato convocato un tavolo per fare il punto della situazione, soprattutto sul ponte Capograssi dopo i fatti di Genova, struttura progettata dallo stesso studio del ponte ligure, dall’ingegnere Morandi. Passati al vaglio i progetti, fatte le analisi su quanto fatto e gli interventi svolti nel tempo come l’interdizione, due anni fa, a seguito del terremoto di Amatrice per motivi di tenuta sismica, per lo spostamento di due giunti, ma poco dopo riaperto al transito.

Dunque lo step principale è quello della verifica strutturale di tenuta, insomma se e come il cemento armato tenga, verifica che si svolgerà per mandato dunque seguirà l’iter dell’assegnazione dell’incarico per lo studio e il monitoraggio.

Ad occhio di cittadino quello che attira l’attenzione, alla base del Ponte Capograssi, i visibili ferri alla base e anche sotto la campata, ma per avere riscontri pertinenti e non cadere in allarmismi, come spiegato già dall’ingegnere Carlo Speranza, o in tecnici fai da te, toccherà aspettare lo studio di professionisti e addetti al settore, l’esame saprà spiegare lo stato e le condizioni del nostro ponte. Intanto l’attenzione resta massima.

A.S.

6 Commenti su "Ponte Capograssi, divieto di sosta in attesa delle verifiche"

  1. Silvio Chiaverini | 16 Agosto 2018 at 13:27 | Rispondi

    è quantomeno incredibile di come si possa mettere in discussione un ponte solo perchè costruito dallo stesso ingegnere mentre si è completamente ciechi davanti alle inferiate del ponte di ‘Via Fiume’, completamente arrugginite da anni, mai messe a posto… anzi è stata apposta la solita transenna ‘Salva Sulmona’

  2. Visto che i ponti e cavalcavia in Italia, si accasciano come burro fuso e si sbriciolano,sarebbe il caso di evitare ponte Capograsso o magari se ci si passa, darsi o una grattatina in quel posto,”non est superstitio sed fortuna coadiuvat”. Comunque sarebbe opportuno chiamare a consulto anche un ingegnere giapponese. Da loro, i ponti, visti i tanti terremoti, tutt’al più si piegano, ma mai crollano sbriciolandosi come pannocchie, come succede ai nostri.

  3. Per Bernardo
    Questa è un immagine del terremoto di Kobe in Giappone nel 1995 che avvenne sulla terraferma e non, come è avvenuto negli ultimi anni, in mezzo al mare. https://goo.gl/images/3LyGFK
    L’epicentro fu in ogni caso molto più vicino all’edificato di quello del 2011.

    Come si può constatare anche in Giappone un terremoto forte sulla terraferma crea danni (in questo caso un cinematismo alla base con formazione di cerniera plastica). In altre immagini esistenti si notano anche pile rotte per taglio essendo state realizzate tozze (attualmente non realizzabili in Italia) e facilmente evitabili in fase di progettazione. Questo è, infatti, un errore grossolano che sotto sisma può avere effetti disastrosi.
    Il fatto che si sbriciolano o ribaltano non deve essere essere né demonizzazione né vanto ed è riassumibile con una sola parola “COLLASSO”, che deve essere evitata per tutelare la vita umana, specie su infrastrutture strategiche e affollate.
    Anche in Giappone hanno realizzato Piani Pilotis che hanno innescato il collasso per piano soffice. (sempre nello stesso sisma).
    Tornando comunque ai ponti, quasi tutti hanno le travi di campata in precompresso, altrimenti non si potrebbero avere luci grandi. Il difetto del precompresso è che le rotture saranno di tipo fragile e non duttile.
    E comunque siamo stati noi a sviluppare il precompresso e ad insegnarlo ai giapponesi e Morandi era un innovatore nel settore. Anche se parecchi giornalisti lo stanno demonizzando senza avere idonee conoscenze tecniche o che evidentemente hanno trovato libri come “Imparare il calcestruzzo in tre lezioni” oppure “Costruzioni in c.a. /c.a.p. in un giorno”.

    Il problema è come vengono curati i ponti. Non sono casette, necessitano di verifiche e controlli dal momento che i materiali devono raggiungere prestazioni ben più elevate.
    A quanto pare il crollo a Genova non è stato causato da un difetto di progettazione, ma per “come è stato curato”. Una struttura, anche se progettata correttamente, deve essere mantenuta sempre bene in modo da soddisfare le ipotesi progettuali. In caso contrario si avrebbe una divergenza tra il comportamento ipotizzato e quello reale. Certamente un progettista non può immaginare che il ponte sarà trascurato nel futuro.

    Sarebbe opportuno smetterla di considerarci noi degli incapaci, mentre guardiamo al Giappone come il mito dell’Eldorado, dove tutto è ottimo. La fortuna è che i terremoti avvengono forti ma lontani in mezzo al mare per cui raggiungono le città quando il loro potere distruttivo è parecchio diminuito (a livello di scuotimento). Il problema sono i maremoti in questo caso.
    I primi studi sull’antisismica sono tutti di accademici italiani e quando furono emanate le prime norme all’inizio dello scorso secolo eravamo all’avanguardia con le conoscenze del periodo. Poi non dimentichiamo una cosa: quando in Italia nascevano i centri storici secoli fa come erano le costruzioni in Giappone? Certamente non di pietra o mattone.

  4. D’accordo Nick, da come tratti l’argomento si vede che lei è del campo.
    Certo che l’ing.Riccardo Morandi era un leader nella cotruzione dei ponti arditi e non solo. Erano gli anni 60. Giusta la teoria sulla manutenzione. L’ing.Saverio Ferrari, che fu un suo collaboratore, ha dichiarato: “Quando io sono passato, ho visto che stavano lavorando, ma lavoravano sull’intonaco. Non hanno fatto delle manutenzioni straordinarie, da andare a vedere cosa comportano le oscillazioni, da che parte tirano le oscillazioni. Negli anni sono passato parecchie volte sul ponte e ho sentito le vibrazioni del piano stradale, proprio dove c’erano le giunture. Ho denunciato queste oscillazioni all’ufficio progettazione della società Morandi, mi hanno risposto che non c’erano i soldi per sistemarlo. Dovevano fare un’aggiunta. Nel 1982 doveva essere creato un supporto al centro” Gli anni passano e lei mi insegna che le tecniche ingegnieristiche cambiano e le costruzioni d’epoca vanno seguite perché soggette ad usura con il tempo che passa. E’ questo che noi non facciamo?
    Una volta ci chiamavano a costruire autostrade dappertutto, ora non credo sia la stessa cosa. C’è incuria e menefreghismo, questo il nostro male. Leggevo che in Giappone hanno ricostruito ponti ed autostrade in men che non si dica. Loro credo, che non abbiano no questo e no quello,non tav no al passante ora gronda,no a tutto. Se si decide di fare una cosa la fanno e basta.

  5. Bene ,ragione da vendere,risaputo della nostra italietta, tutti colpevoli,tutti innocenti,le responsabilita’ sempre altrui,dove tutti fanno finta di niente,addirittura molti tifosi dei partiti (centri di potere,clientele,loschi affari,corruzione) giocano al “palleggio” delle responsabilita’,sono tutti colpevoli,la partitocrazia il nostro male maggiore,unico paese al mondo,detto tutto…per il Giappone,innanzitutto non e’ prevista la negligenza,poi efficienza professionalita’,tecnologia (quasi da fantascienza) responsabilita’ … ultimo violentissimo terremoto/inondazione: alcune perdite umane,(anzianita’) pre allarme con soccorsi immediati,efficientissimi,con mezzi,personale,tecnologie d’avanguardia…
    Osaka:11/03/2011,sisma 9 grado scala richter ,apocalittico,hanno ricostruito tutto,dalle fondamenta,l’autostrada in soli sei giorni,quindi marziani ? Basta con le chiacchiere del passato,oltretutto tante di quelle costruzioni/opere di pietre e mattoni sono ancora ammirabili.. se fatte bene” a regola d’arte”,innuni da vizi, incluse riparazioni,
    manutenzioni,ristrutturazioni…superano ogni”prova di stress”,oggi tutto e’ possibile in termini di qualita’ assoluta,basta volerlo,compreso ferro,calcestruzzo,ecc….volendo con una stampante 3D,e’ possibile costruire/stampare una casa,un ponte,ecc Stati Uniti,Olanda,
    Giappone,Russia,Cina,Emirati Arabi,,,anche Milano,o no?

  6. CROCCO domenico | 18 Agosto 2018 at 12:16 | Rispondi

    Mo si fanno divieti x verifiche .Ma fino ad adesso ? Non vo era il bisogno di fare niente ? Tutto liscio….Noi stiamo a dare opinioni , tutti diventiamo tecnici , ingegneri ecc. Quando succede una disgrazia cerchiamo di dare tutti opinioni ….soluzioni.Siamo TUTTI dei MISERABILI E ABBIAMO SULLA COSCUENZA TUTTI QUESTI MORTI. IL problema serio è che ognuno di noi pensa ai cavoli propri. Non vi é più solidarietà altruismo, SIAMO UN POPOLO DI PECORONI. BASTA PENSARE SOLO CHE PERMETTIAMO AI GRANDI POLITICI DI RESTARE TOTALMENTE IMPUNITI PER REATI DI PEDOFILA SFRUTTAMENTO DELLA PROSTITUZIONE GRANDE EVASIONI FISCALI E CHI NE HA PIÙ NE METTA. ….MA DI COSA PARLIAMO?

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