
Così come al Centro di Riabilitazione Psichiatrica “Il Morrone” ospitato nello stesso edificio, diversa ala. “Morrone come la montagna che sta di fronte” spiega la coordinatrice Carla Curto, metafora del lento raggiungimento dell’obiettivo, la cima. Una cima che potrebbe essere rappresentata, per i 5 pazienti ricoverati (i posti a disposizione sono in tutto 9), nella totale riabilitazione sociale, attraverso un vero lavoro, ad esempio, e utilizzando a proposito i diversi progetti regionali che consentono proprio il lento e continuo reintegro in vari settori di quella che potrebbe essere una vita normale. Nel Centro psichiatrico i pazienti dormono anche, costantemente seguiti da una equipe multidisciplinare che non aspetta altro di festeggiare anche il suo open day.
Se il Centro per l’Autismo, infatti, è partito ufficialmente a marzo, quello psichiatrico ha avviato le sue attività ad inizio giugno, ma la soddisfazione è comunque tanta, lo dimostra anche il piccolo orticello sul retro, pronto a donare i frutti della terra e del sudore da vendere, chissà, anche al mercato. Ora l’obiettivo da raggiungere è quello di integrare ulteriormente il nu
“Una soluzione- propone Lorenza Petrella, assistente sociale- sarebbe quella di introdurre anche il servizio trasporto”. Con la fine delle Comunità Montane, ed un capitolato assente rispetto a questo tipo di spese, la presenza di un mezzo in grado di prendere e riaccompagnare gli utenti potrebbe essere una manna dal cielo. Ma, si sa, i miracoli non sono così impossibili, d’altronde anche questo centro sembrava, solo qualche anno fa, un miraggio.
Simona Pace
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